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BV 1985: Maurizio…ma perché?

“Lo batto io!” Maurizio Iorio si impossessa del pallone. Roberto Soldà ha appena tolto il pallone indirizzato a rete dalla consueta magistrale punizione di Passarella con il portiere Ottorino Piotti …

Redazione VN

“Lo batto io!” Maurizio Iorio si impossessa del pallone. Roberto Soldà ha appena tolto il pallone indirizzato a rete dalla consueta magistrale punizione di Passarella con il portiere Ottorino Piotti impegnato nel vano tentativo di respingere la magica traiettoria. Il rigore è scontato, il battitore un po’ meno visto che il rigorista ufficiale è proprio il Caudillo argentino. Mancano venti minuti al termine di Atalanta-Fiorentina - ottava giornata di campionato - e l’occasione del penalty può sbloccare il risultato a favore dei viola oggi in completa tenuta bianca. Invece è Iorio, forse perché ancora all’asciutto in fatto di segnature nonostante le aspettative di tutti, ad arpionare il pallone, pronunciare la fatidica frase e recarsi sul dischetto. Rincorsa breve, tiro e Piotti - un minuto prima inesorabilmente battuto - respinge il pallone tra il boato della folla. L’incontro terminerà senza reti e la Fiorentina perde una grande occasione per salire a quota dieci agganciando il Napoli battuto dal Toro. Dagli spalti ci guardavamo sgomenti chiedendoci, senza proferire parola: “ma perché?”

Galli, Contratto, Carobbi, Battistini, Pin, Passarella, Berti, Massaro, Monelli, Onorati e lo sciagurato Iorio - poi sostituito da Davide Pellegrini – furono i dodici giovanotti viola che  pareggiarono quel pomeriggio del 27 ottobre 1985.

Massimo Cecchi - museofiorentina.it