Aveva raggiunto l’età di ottanta anni qualche mese prima: il 31 ottobre del 1984 scompare nella sua città natale - Torino - Luigi Ferrero che ha solcato il football italiano dal campo e in panchina. La macchia di gioventù, legata alle giovanili e all’esordio nel calcio che conta con la maglia bianconera, è presto lavata con una carriera da ala tra Lucca, Bari, Milano e di nuovo Torino ma stavolta dalla parte giusta: quella granata. Con il Toro Ferrero - chiamato affettuosamente “acciuga” per la sua esilità giovanile - vinse due dei cinque tricolori consecutivi degli Invincibili. Ma fu da tecnico che Luigi raggiunse i migliori risultati professionali: altri due scudetti granata in panchina e poi, nel 1947, l’avventura alla Fiorentina. A Firenze Ferrero compì un lavoro eccezionale che soltanto il lungo termine evidenziò in maniera limpida: quando lasciò la panchina viola nel corso della stagione 1951-52 per passare alla Lucchese durante la tempesta societaria il cui Consiglio di Amministrazione venne sfiduciato, nella rosa vi erano già i futuri Campioni d’Italia Magnini, Cervato, Chiappella e Rosetta voluti proprio da Luigi. I suoi primi quattro anni e spiccioli in viola generarono quindi i pilastri di quello squadrone che Fulvio Bernardini portò in cima all’Italia e all’Europa. Con la Fiorentina portò inoltre a termine la stagione 1958/59 a seguito dell’ingiusto e immeritato esonero di Lajos Czeizler dopo la sconfitta interna patita contro la SPAL. Infine ancora nel ruolo di Direttore Tecnico affiancò Andrea Bassi nel 1968 dopo un altro ingiusto esonero dell’ingrata dirigenza gigliata: quello di Giuseppe Chiappella.
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BV 1984: scompare “acciuga”
Aveva raggiunto l’età di ottanta anni qualche mese prima: il 31 ottobre del 1984 scompare nella sua città natale – Torino – Luigi Ferrero che ha solcato il football italiano …
Insomma: la carriera da allenatore viola di Luigi Ferrero è comunque legata indirettamente alle due vittorie tricolori oltre alla conquista, nel 1959, della Coppa dell’Amicizia Italo-francese per nazioni con l’apporto di due nette vittorie contro il Nîmes.
Oggi ricorrono quindi i trent’anni della scomparsa di un grande del football italiano che con la propria saggezza ha portato in alto i colori che maggiormente amava: quello granata e quello viola.
Massimo Cecchi - museofiorentina.it
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