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BV 1982: Portillo, un po’ matricola, un po’ meteora

Diciamo la verità, un po’ faceva tenerezza. Quel ragazzino spaurito che proveniva dal Real Madrid (mica pizze e fichi…), erede designato di Raul Blanco (autentica leggenda madrilena) che in soli …

Redazione VN

Diciamo la verità, un po’ faceva tenerezza. Quel ragazzino spaurito che proveniva dal Real Madrid (mica pizze e fichi...), erede designato di Raul Blanco (autentica leggenda madrilena) che in soli cinque mesi fece una toccata e fuga nella Fiorentina di Mondonico. Non era adatto al campionato italiano, si disse, non era pronto fisicamente e mentalmente (si disse ancora), la verità è che si trovò ad affrontare responsabilità più grandi di lui, catapultato in una realtà complicata come la Fiorentina di allora. Ma ve lo immaginate Javier? Fino a quel momento era stato l'idolo di tutte le ragazzine di Madrid e, tutto ad un tratto, doveva fare i conti con un ex muratore di Lipari... al secolo Christian Riganò. Javier Portillo nasce ad Aranjuez il 30 marzo 1982, ed è il classico esempio di meteora lanciato e lasciato a sé stesso... senza paracadute. Nella Fiorentina disputerà 11 partite (per meglio dire, spezzoni di...) con un solo gol: una punizione rasoterra segnata al Chievo nel 2-0 del 19 dicembre 2004. Poi più nulla, non lo hanno rivoluto neppure al Real Madrid. Da anni ormai vaga nella Spagna periferica (Tarragona, Osasuna, Las Palmas) cercando fortuna e ricordando i tempi che furono. Sopratutto pensando a chi gli diceva: "Sarai l'erede di Raul". E invece...

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