In verità il pronome suonava diverso. Il pronome recitava: "ci attende", quasi a condividere la gioia di ritrovare il "capitano" e avviarsi insieme verso il terzo sc... Va beh avete capito, fa male solo scriverla quella parola, ma il senso era quello: la curva che srotola uno striscione ("Forza Antonio: l'Inferno è finito, il Paradiso ci attende") Antognoni che saluta (che effetto quei capelli corti) e tutto lo stadio che si abbraccia idealmente cancellando quattro mesi d'inferno. Ecco perché il Paradiso ci attendeva, tutti insieme, nessuno escluso. Attendeva soprattutto Antognoni, sfuggito alla morte per un soffio, che pochi mesi dopo si sarebbe laureato campione del mondo. Era il 21 marzo 1982, si giocava la 23ma giornata di campionato, e al Comunale di Firenze arrivava il Cesena di Walter Schachner che all'andata ci aveva battuto per 2-1. Rientrava il capitano, e proprio lui dette il via al gol decisivo, un gol che ci permetteva di mantenere intatte le distanze: Juventus 36, Fiorentina 35, in attesa dello scontro diretto del 4 aprile. Mancano dieci minuti alla fine, Antognoni crossa dalla tre quarti, Graziani "spizza" e prolunga per l'accorrente Casagrande che ciabatta col destro e batte Recchi. Tutto sotto la Fiesole, in un dolcissimo primo giorno di primavera.
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BV 1982: Antonio, il Paradiso ti attende
In verità il pronome suonava diverso. Il pronome recitava: “ci attende”, quasi a condividere la gioia di ritrovare il “capitano” e avviarsi insieme verso il terzo sc… Va beh avete …
Stefano Borgi - museofiorentina.it
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