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BV 1978: Inferno, viaggio andata/ritorno

“Calcio e follia… tattica, e poi dramma e resurrezione. Questa Fiorentina non è squadra per cardiopatici”. Con queste parole si apriva il commento del giornalista della Rai Marcello Giannini alla …

Redazione VN

"Calcio e follia... tattica, e poi dramma e resurrezione. Questa Fiorentina non è squadra per cardiopatici". Con queste parole si apriva il commento del giornalista della Rai Marcello Giannini alla gara Fiorentina-Atalanta 2-2 del 2 aprile 1978. Mai parole furono più appropriate. In effetti la squadra di Chiappella, subentrato in corsa sulla panchina gigliata, aveva rischiato di compromettere la stagione nel corso di questa delicata partita, anche se va evidenziato il fatto che, comunque, la Fiorentina restava invischiata nella zona retrocessione della graduatoria nonostante il punto conquistato.

All'alba di domenica 2 aprile 1978 la Fiorentina si trovava al penultimo posto in classifica a pari merito con il Bologna a quota 18 punti, tre punti in più del Pescara che occupava l'ultima piazza. Nelle ultime due giornate i gigliati avevano raccolto solo un punto, frutto del pareggio casalingo maturato proprio contro il Bologna la settimana precedente ed il timore di non riuscire a riemergere dalle limacciose acque della bassa classifica era più vivo che mai in città, che, ricordiamolo, non aveva mai subito l'onta della retrocessione nel dopoguerra. La gara vide una volenterosa Fiorentina cercare anche il gol nella prima parte di gara, anche se il gelo calò bruscamente sul Comunale di Campo di Marte quando, durante l'ultimo giro di lancette del primo tempo, Scala spiazzò Galli su rigore (concesso giustamente da Barbaresco per un fallo netto di Galdiolo su Festa).

Nel secondo tempo Chiappella tentò la carta delle tre punte ed inserì Prati al posto di Antognoni, non certo al meglio della condizione fisica. Purtroppo questa soluzione non sembrò essere quella migliore nell'immediato, tanto che, solo dopo cinque minuti del secondo tempo Bertuzzo raddoppiò per gli orobici, grazie ad un facile tocco in area su un cross di Tavola, sul quale nessuno dei difensori viola riuscì ad intervenire efficacemente. I pareggi contemporanei di Bologna e Pescara avevano contribuito ulteriormente a gettare nello sconforto più totale il pubblico gigliato che, comunque, non si perse completamente d'animo, come la squadra del resto. Al 15° minuto ci pensò l'arbitro Barbaresco a rendere tutto più difficile per i viola, non concedendo due rigori abbastanza netti per i falli evidenti di Vavassori su Prati e di Mei su Casarsa. Un minuto dopo, per un presunto fallo ancora di Vavassori su Prati, il direttore di gara mostrò il cartellino giallo all'attaccante viola. Al 21° minuto della ripresa arrivò la prima gioia per i tifosi viola: cross da destra di Caso sul quale si avventò Sella che, in perfetta elevazione, mise la palla sotto la traversa alle spalle di Pizzaballa. Dimezzato lo svantaggio. Cinque minuti dopo fu ancora Caso a fornire un cross, questa volta dalla fascia sinistra sul quale irruppe Casarsa che, con un'incornata spettacolare, superò nuovamente l'estremo difensore bergamasco.

Il pareggio diede nuova forza ai viola che continuarono ad imperversare davanti alla porta di Pizzaballa, il quale, pochi minuti dopo, si salvò in extremis su un tiro quasi a colpo sicuro di Orlandini dopo un bell'assist di Venturini. A cinque minuti dal termine Caso riuscì a portare a tre le segnature per i viola, ma la realizzazione venne annullata a causa di un off side del centrocampista gigliato. Ad un minuto dal termine la beffa: Vavassori, in elevazione in piena area di rigore, anticipò platealmente Prati colpendo il pallone con il braccio destro proprio sotto gli occhi dell'arbitro Barbaresco, il quale si astenne dal prendere qualsiasi provvedimento sotto gli occhi increduli dei 30.000 presenti.

A cinque giornate dal termine la lotta per uscire dall'inferno non era certo finita, anzi, ma la Fiorentina aveva scoperto di poterla affrontare con un grande cuore.

Roberto Vinciguerra - museofiorentina.it