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BV 1968: Onorando Pacifico

Sin da piccolo mi ero sempre chiesto il motivo di quel buffo nome dello stadio di Ascoli Piceno: “Cino e Lillo Del Duca”. In mezzo a tanti “comunali”, quello nobilitava …

Redazione VN

Sin da piccolo mi ero sempre chiesto il motivo di quel buffo nome dello stadio di Ascoli Piceno: “Cino e Lillo Del Duca”. In mezzo a tanti “comunali”, quello nobilitava la propria esistenza con il ricordo di due fratelli della provincia di Ascoli che hanno fatto la storia dell’editoria e molto altro. Cino, in particolare, pur avendole combattute entrambe, è sopravvissuto a due guerre mondiali: durante la seconda combatté coraggiosamente tra le file della resistenza francese in un primo tempo e in quella italiana in seguito. Se da giovani avete letto o soltanto sfogliato “L’Intrepido” o “Il Monello” sappiate che Cino Del Duca ne era l’editore. Il motivo per il quale lo stadio di Ascoli Piceno è intitolato ai due fratelli Del Duca risiede nel fatto che, tra le loro tante e varie attività, Cino fu anche Presidente del Club calcistico marchigiano dopo averlo salvato e rilanciato, nel 1955, da una situazione debitoria insostenibile.

Pacifico De Duca - questo il suo vero nome - era scomparso da appena poco più di un anno quando la Fiorentina andò a disputare proprio ad Ascoli un’amichevole contro i bianconeri. Era il 29 dicembre del 1968 e il campionato fermo per la trasferta messicana della Nazionale azzurra, rese possibile questa sgambata per dare modo al tecnico Pesaola di verificare lo stato di salute dei propri rincalzi. Con De Sisti e Merlo in Messico ed Esposito febbricitante, la Fiorentina schiera dal primo minuto Paolino Stanzial, Giancarlo Danova e Giorgio Mariani che in campionato avevano avuto poche possibilità di mettersi in luce. Proprio Mariani fallisce un calcio di rigore alla mezzora calciandolo a lato, imitato ad inizio ripresa da Chiarugi che, invece, se lo fa parare da Buffon. A parte gli sciagurati rigori, i viola segnano tre reti grazie a Brizi e a una doppietta di Francesco Rizzo, autentico mattatore dell’incontro. Il risultato di 1-3 finale, premia il maggior tasso tecnico della Fiorentina che torna a casa a stappare lo spumante per l’ultimo dell’anno non sapendo ancora che quel brindisi sarà foriero di tanti e tanti altri nel maggio seguente.

Massimo Cecchi - museofiorentina.it