Mentre l'Italia si preparava ad ospitare le prime olimpiadi estive (che sarebbero cominciate a Roma poco più di due mesi più tardi) i tifosi viola, quel 18 giugno 1960, appresero dai giornali che l'allenatore gigliato Luis Carniglia era stato esonerato dal presidente Befani, proprio alla vigilia dell'importante incontro di Coppa Italia contro il Torino, in programma nella serata del 19 giugno. La Fiorentina, da due settimane fresca vice campione d'Italia, era ancora impegnata in quel periodo nella Mitropa Cup e nella Coppa dell'Amicizia Italo-Francese. Il licenziamento, abbastanza improvviso, dell'allenatore "buono" lasciò sbigottiti la maggior parte dei tifosi ed anche diversi giocatori della rosa gigliata. Il presidente Befani, nonostante i buoni risultati ottenuti dalla squadra allenata dal tecnico argentino sino a quel momento (23 vittorie e solo 7 sconfitte in 37 gare stagionali, durante le quali l'undici gigliato era andato a segno ben 74 volte, riuscendo a subire solo 31 gol in campionato, nel quale era risultata la difesa meno perforata), durante un colloquio con Carniglia avvenuto il giorno precedente, non aveva saputo fornire spiegazioni precise sul perché il consiglio della società viola avesse ritenuto necessaria la scelta di privarsi del suo attuale allenatore, il quale replicò duramente, dicendo che quella decisione era lesiva della sua onorabilità e del suon buon nome da allenatore. Lo stesso Befani, qualche giorno prima, aveva tranquillizzato Carniglia sul fatto che sarebbe stato confermato sulla panchina viola anche l'anno successivo e, questo fulmine a ciel sereno, aveva ulteriormente amareggiato l'ex tecnico del Real Madrid campione d'Europa, il quale, pensando fino a pochi giorni prima che si trattasse solo di un semplice chiacchiericcio quello che riguardava un suo eventuale allontanamento dalla panchina viola, si preparava a guidare la Fiorentina per l'ultima volta nelle 24 ore successive. Sicuramente da evidenziare il fatto che, dopo gli esoneri di Carver, Vycpalek e Vernazza, avvenuti durante l'ultima stagione, Carniglia era risultato l'unico allenatore straniero a chiedere il torneo sulla panchina di una squadra di Serie A. Per quello che concerneva il futuro della squadra, invece, l'unica cosa certa era il ritorno in panchina del magiaro Lajos Czeizler. Lo "zio", autentico globetrotter delle panchine, era stato sei anni prima Commissario Tecnico della Nazionale italiana e, la stagione precedente, già Direttore Tecnico della squadra viola che si classificò al secondo posto in campionato riuscendo a stabilire, con 95 gol, il record di reti segnate in un torneo a 18 squadre. Per il ruolo di allenatore il nome più gettonato era quello di Nándor Hidegkuti, trentottenne ex centravanti dello squadrone ungherese. Il presidente Befani, comunque, specificò (anche in maniera energica) che tutte le decisioni che riguardavano la successiva stagione sarebbero state prese la settimana successiva.
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BV 1960: Via Carniglia senza un perché…
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