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BV 1960: Noi lo chiamiam Leggenda…

Non occorre avere i piedi fatati di Antognoni, la facilità realizzativa sottoporta di Batistuta o la gioiosa velocità di Cuadrado per entrare nel cuore dei tifosi viola. È però necessario …

Redazione VN

Non occorre avere i piedi fatati di Antognoni, la facilità realizzativa sottoporta di Batistuta o la gioiosa velocità di Cuadrado per entrare nel cuore dei tifosi viola. È però necessario metterci sempre cuore, impegno e rispetto verso i colori che si indossano. Mario Faccenda ha queste ultime caratteristiche. Nato oggi nella incantevole isola di Ischia nel 1960, Mario arriva in viola nel 1989 dal Pisa - ostacolo questo non indifferente… - piazzandosi in una difesa che ha come compagni di reparto Volpecina, Pioli, Pin e Malusci. Qualche volta a destra, più volentieri al centro, Faccenda vive la controversa stagione del suo arrivo - desolante in campionato, gagliarda in Coppa U.E.F.A. - non da titolare fisso. Complice il grave infortunio occorso a Stefano Pioli, Faccenda si guadagna, dalla stagione 1990/91 il centro della difesa. La sua generosità fa nascere il coro intonato dai tifosi: “Alcuni lo chiaman Mario, altri lo chiaman Faccenda, noi lo chiamiam Leggenda…” che, aldilà del tono scherzoso, testimonia adeguatamente l’apprezzamento per la sua tenacia e forza di volontà. La Fiorentina vissuta da Mario Faccenda - sino al 1994 - non è certamente stata indimenticabile: il cambio di proprietà prima e, successivamente, il difficile avvio della nuova, gli hanno fatto vivere annate del Club anonime dal punto vista dei risultati sportivi ma ricche, pensiamo, di affetto nei suoi confronti. Se ancora oggi il buon Mario disputa volentieri qualche partitella nelle fila delle Glorie Viola, significa che l’affetto è ricambiato e che aver indossato nella sua carriera altre maglie, non gli hanno fatto dimenticare quello a cui tiene maggiormente: il viola.

Massimo Cecchi - museofiorentina.it