Superata la metà di gennaio del 1960, la Fiorentina si trova quinta in classifica a cinque punti dalla capolista Juventus e a soltanto uno dalle seconde (le milanesi e la miracolosa Spal): eppure il malcontento è diffuso tra i tifosi. Il tecnico argentino Luis Carniglia, arrivato a Firenze nell’estate precedente dal Real Madrid con il quale aveva conquistato uno scudetto e due Coppe dei Campioni, non riesce a sfondare nel cuore dei tifosi soprattutto per le grandi aspettative in parte deluse.
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BV 1960: Carniglia mischia le carte e il magazziniere lo imita
Superata la metà di gennaio del 1960, la Fiorentina si trova quinta in classifica a cinque punti dalla capolista Juventus e a soltanto uno dalle seconde (le milanesi e la …
Per la gara casalinga del 24 gennaio 1960 contro il Bari Carniglia prova allora a rivoluzionare l’assetto tattico inserendo Armando Segato nel ruolo di terzino sinistro (maglia numero 3 in un tempo nel quale la logica affidava un numero di maglia in base al ruolo) vista l’indisponibilità di Sergio Castelletti impegnato con la nazionale militare, Saul Malatrasi nel ruolo di difensore centrale con la maglia numero 6 e Giuseppe Chiappella in mediana con la numero 4. Il magazziniere viola, forse sbalestrato da questi inattesi cambiamenti, sbaglia la consegna delle restanti dando a Ramon Lojacono la numero 8 dell’interno di centrocampo destro e a Guido Gratton la 10 dell’interno sinistro. I due, in realtà, si piazzano come di consuetudine, nella posizione opposta.
Non è però grazie a questi cambiamenti, volontari e meno, che la Fiorentina vince la gara: i viola passano al 10’ grazie a un grave errore del portiere barese Magnanini che si lascia sfuggire il pallone reso viscido dall’umido terreno di gioco dopo un tiro di Gratton.
Il vantaggio però non agevola il gioco gigliato, anzi: il polemico pubblico fiorentino applaude a scena aperta il Bari che si vede annullare il pareggio per un tocco di mano di Erba. In dieci minuti della ripresa la Fiorentina va però a segno tre volte, due con Petris e una con Hamrin su rigore, chiudendo l’incontro. Le due reti ospiti nell’ultimo quarto d’ora, e che fissano il risultato sul 4-2, sono frutto di quella rilassatezza e mancanza di concentrazione che i tifosi imputano alla squadra.
Viola quindi quarti in classifica e con tutto ancora da giocarsi: la strada verso la vetta è ancora accessibile.
Massimo Cecchi - Museo Fiorentina
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