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BV 1957: Il viola cede al bianco del Real e al nero dell’arbitro

La partita più importante della storia della Fiorentina si gioca alle ore 17.30 del 30 maggio 1957 allo stadio Santiago Bernabéu di Madrid. È la finale della Coppa dei Campioni …

Redazione VN

La partita più importante della storia della Fiorentina si gioca alle ore 17.30 del 30 maggio 1957 allo stadio Santiago Bernabéu di Madrid. È la finale della Coppa dei Campioni e l’altezzoso Real Madrid, padrone di casa, ostenta sicurezza nelle dichiarazioni pre-partita dei suoi protagonisti. Scorrendo la lista dei giocatori madridisti c’è da spaventarsi: Muñoz, Kopa, Gento e Alfredo Di Stefano. Leggendo il nome dell’arbitro ci sarà invece da mettersi a piangere: Leopold Sylvaine Horn. È olandese, ha 41 anni e il vezzo di arbitrare solitamente in completo grigio perla: un elegantone insomma. L’incontro è giocato dalla Fiorentina a viso aperto e senza alcun timore reverenziale nonostante l’ambiente ostile: 125.000 spettatori  per un incasso pari a sei milioni di pesetas, nuovo record mondiale per un incontro di football. Viola in campo privi di Giuseppe Chiappella - al suo posto il giovane ventiquattrenne Aldo Scaramucci - e Maurilio Prini sostituito da Claudio Bizzarri. L’equilibrio della gara è rotto da una volata verso l’area viola di Mateos sul quale piomba Ardico Magnini che lo sgambetta prima che varchi la riga bianca. Tutto avviene mentre il segnalinee segnala che l’azione è viziata da un fuorigioco madridista. Il direttore di gara nonostante il fuorigioco e nonostante il fallo sia avvenuto fuori area, indica il dischetto tra le proteste viola. Siamo al 70’: Sarti intuisce il tiro di Di Stefano e quasi lo respinge. La palla entra però nel sacco. L’incontro termina praticamente qui. La successiva rete di Gento in contropiede cinque minuti più tardi piega definitivamente le speranze gigliate. Il Real Madrid conquista nuovamente la Coppa dei Campioni d’Europa sotto gli occhi del Generalissimo Franco. La Fiorentina esce tra gli applausi: l’arbitro Horn resosi successivamente conto del madornale “errore” compiuto, farà dono ad Ardico Magnini di un cucchiaio d’argento ricevuto in dono dal Club di Madrid a ricordo della finale. Quello che lui forse interpreta come il risarcimento morale alla sua coscienza. In definitiva si può dire che il bianco di un avversario e il nero di un arbitro - insieme - hanno compiuto il misfatto. Sarti Magnini, Cervato, Scaramucci, Orzan, Segato, Julinho, Gratton, Virgili, Montuori e Bizzarri: questi gli undici del pomeriggio più importante nella storia della Fiorentina.

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