In quel 26 marzo del 1933 i viola affrontavano la loro prima gara senza due perni della squadra che l'anno prima aveva esordito nella massima serie, ovvero il suo bomber Petrone (fuggito nottetempo in Uruguay 48 ore prima) ed il tecnico magiaro Felsner, a cui era subentrato l'altro ungherese Rady. La trasferta del "Ferraris" contro il Genova si presentava tutt'altro che semplice per diversi motivi perché, oltre all'assenza definitiva del "Perucho" nell'attacco gigliato, l'undici rossoblù, che precedeva di un punto in classifica i viola, stava passando un periodo interlocutorio ed avrebbe cercato, a tutti costi, la classica vittoria scacciacrisi. Il neo allenatore Rady (subentrato a Felsner in settimana) per sostituire Petrone scelse il giovane Borel, che era già stato impiegato nelle precedenti gare in cui i gigliati avevano dovuto fare a meno del bomber uruguagio. L'undici viola, nonostante la buona partenza dei padroni di casa, andò a segno nella prima azione offensiva, grazie ad un gol beffa dell'uruguagio Sarni, abile a sfruttare un cross di Galluzzi sul quale i difensori genovesi non seppero intervenire adeguatamente. Dieci minuti dopo la squadra viola restò in dieci uomini, a causa di uno scontro di gioco che coinvolse Bigogno, il quale uscì inizialmente dal campo, per poi rientrarvi come "ala zoppa" più tardi, ma senza riuscire a creare problemi agli avversari. Dopo una rete annullata al Genova per un off side di Mazzoni, fu la squadra viola a raddoppiare, al 34° minuto, con Borel nonostante la netta posizione di fuorigioco dello stesso non rilevata da Mazzarino. Dopo pochi minuti di gioco della ripresa ci pensò l'altro uruguagio, Gringa, a portare a tre le marcature per i viola, dopo una bella azione di Borel. Un intervento duro su Stabile, obbligò l'attaccante rossoblù a lasciare il campo, riportando, di fatto, la parità sotto l'aspetto degli effettivi a disposizione. Le emozioni continuarono quando, al decimo minuto del secondo tempo, Galluzzi, autore di un fallo in area, costrinse l'arbitro a fischiare l'inevitabile rigore che Gilardoni realizzò di potenza. Ci pensò Gringa, 10 minuti più tardi a ristabilire le distanze grazie ad un forte tiro scagliato da 30 metri che si insaccò sotto la traversa, trovando impreparato l'estremo difensore rossoblù Bacigalupo. Gli ultimi 20 minuti furono tutti di marca genovese, ma questo forcing si concretizzò solo in un gol, segnato da Ferrari a 10 minuti dal termine. La Fiorentina, orfana di Petrone e Felsner, iniziò bene la nuova avventura e poteva, così, partire soddisfatta per la mini tournée francese, in programma nei giorni successivi.
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BV 1933: Buona la “prima” degli orfani di Petrone
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