Quando nell’estate del 1931 la Fiorentina annuncia l’acquisizione dal Bologna del cartellino del mediano Alfredo Pitto, i tifosi capiscono che la squadra che sta allestendo il marchese Ridolfi darà grandi soddisfazioni. Alfredo, nato oggi a Livorno nel 1906, gioca in viola in un centrocampo da favola con Giuseppe Bigogno, Mario Pizziolo e Bruno Neri a formare una impenetrabile cerniera dal pronto contrattacco. Del resto Alfredo aveva cominciato nella squadra della Sua città da interno destro, anche se il suo temperamento vivace e il gioco poco incline al compromesso lo portò ad arretrare di una ventina di metri per sfruttare le sue qualità di combattente. Un’episodio della sua carriera è esemplificativo del carattere: durante un Milan-Livorno del 1925 a San Siro vede il fratello Dino - anch’egli calciatore ma decisamente con assai minor talento - in tribuna indaffarato a difendersi da bellicosi tifosi avversari. Senza pensarci un attimo, salta la recinzione che divide il campo dagli spalti, scivola con i tacchetti sul legno umido delle passerelle, si rialza immediatamente e si precipita come una furia in difesa del fratello mulinando pugni e calci a chiunque tentasse di fermarlo. Una sorta di Eric Cantona ante litteram. In Nazionale sin dal 1928, vincitore del bronzo Olimpico ad Amsterdam nello stesso anno, Alfredo Pitto restò a Firenze per due splendide stagioni prima di essere ceduto all’Ambrosiana-Inter. Il marchese Ridolfi, giustamente innamorato di questo giocatore di temperamento e dalla tecnica elevata, rimpianse a lungo la Sua partenza: oggi lo ricordiamo come uno dei componenti della prima grande Fiorentina di tutti i tempi.
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BV 1906: Nasce Pitto, uno dei primi grandissimi
Quando nell’estate del 1931 la Fiorentina annuncia l’acquisizione dal Bologna del cartellino del mediano Alfredo Pitto, i tifosi capiscono che la squadra che sta allestendo il marchese Ridolfi darà grandi …
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