Sia detto senza offesa anzi con tutto l'affetto che si può avere per un vecchio compagno di lontani viaggi: Vincenzo Guerini ai suoi tempi detto Valtrompia, dal luogo di origine. Guerini che la panchina l'aveva abbandonata tanti anni fa e che a tutto aspirava meno che a tornarci. Senza voler esagerare i suoi meriti e senza enfatizzare troppo il discorso, diciamo che Guerini ha come minimo riportato un po' di serenità dopo la bufera Delio Rossi e ha anche indovinato almeno la mossa di riportare Oliveira nel suo antico ruolo di attaccante, oltre ad aver puntato, anche per cause di forza maggiore, sull'esperienza. Comunque sia, la Fiorentina nel primo tempo ha messo nel sacco il Lecce che aveva le pesanti assenze di Cuadrado e Muriel e che sa giocare soprattutto — o soltanto — in contropiede. Invece in contropiede hanno giocato i viola segnando con Cerci e mancando qualche occasione. Tutto ci saremmo aspettati meno che vedere Olivera determinante in quel primo tempo, con due assist sopraffini di tacco prima per Cassani, poi per Cerci nell'azione del gol. Certo, nel secondo tempo la Fiorentina è scomparsa dalla metà campo avversaria, si è chiusa nel suo recinto a respingere gli smarriti attacchi del Lecce, ha avuto fortuna quando un'uscita a vuoto di Boruc ha provocato soltanto la leggera ferita di una traversa, ha giocato una partita-catenaccio del resto inevitabile con la salvezza in palio e con le condizioni di emergenza dell'organico, ma chi poteva chiedere alla Fiorentina — che quest'anno non ha mai giocato bene, o quasi mai — di fare anche del buon calcio in un simile frangente? Bastava portare a casa un punto, ne sono arrivati due per la rabbia di Cosmi che non avrebbe voluto giocare di sabato. E non aveva torto, ma la Fiorentina era nella stessa situazione del Lecce. La salvezza anticipata di una settimana, e qui torniamo al tema iniziale, se da una parte è una liberazione, dall'altra non è che una mezza (o intera?) vergogna per la Fiorentina e non cancella tutte le vicende negative di una stagione in cui non è mancato nulla, o quasi nulla, delle peggiori cose. Ripensando a tutto quello che è successo, ai due allenatori saltati, agli acquisti sbagliati, a quelli mancati, alle brutte figure, ai pugni e a tutto il resto è già tanto che la squadra sia rimasta in A. Voltare pagina è poco, meglio buttar via il quaderno.
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Voltare Pagina. Anzi Buttare Via il Quaderno
L’analisi di Sandro Picchi sul Corriere Fiorentino
Sandro Picchi - Corriere Fiorentino
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