Come scoraggiare una trasferta tradizionalmente molto amata dal popolo viola e considerata tranquilla, per famiglie. A Verona per la sfida con il Chievo, i tifosi della Fiorentina potrebbero essere oltre duemila, ma il festoso (e si spera vincente) esodo viola è messo in serio pericolo dalle difficoltà per comprare i biglietti del settore ospiti (22 euro l’intero, 15 il ridotto per donne, over 60 e under 20). Il Chievo, infatti, non si affida al circuito TicketOne (come, invece, fanno la Fiorentina e gran parte dei club di A) ma alle agenzie del Banco Popolare, che in Toscana sono quelle della Cassa di risparmio di Lucca, Pisa e Livorno. Ieri, però, ci sono stati problemi di tempi e di procedure, più che comprensibili tenendo conto che una banca non è una biglietteria (...).
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Voglia di esodo a Verona, ma c’è un problema biglietti
Pucci: “Spero che la Questura ci aiuta, ci vorrebbe una deroga”
Così, sale la preoccupazione soprattutto per i viola club che si sono rivolti in discreto numero al centro coordinamento, con molte richieste che rischiano di non trovare una facile soluzione. «Sinceramente sono preoccupato per questa situazione — dice il presidente del Centro Coordinamento, Filippo Pucci— spero domattina (stamani per chi legge, ndr) di avere buone notizie, devo dire che la Questura di Firenze si è mossa e ha preso a cuore il problema». Pucci ricorda che «oltretutto limitare la vendita dei biglietti alle ore di apertura di un istituto di credito è fortemente penalizzante per tante persone, perché bisogna andarci in orario di lavoro, senza contare che, in pratica, la prevendita del settore ospiti, finirebbe venerdì pomeriggio alla chiusura delle banche, visto che il sabato sono chiuse».
Pucci lancia un appello alle autorità competenti (l’Osservatorio sulle manifestazioni sportive e la Questura di Verona) per superare questo impasse: «Occorrerebbe una deroga alle normative che vietano la vendita del settore ospiti il giorno stesso, se i biglietti venissero venduti anche la mattina di domenica, i tifosi potrebbero evitare di andare in altri settori più cari».
La Nazione
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