All'interno di Repubblica Firenze in edicola oggi troviamo un pezzo a firma Stefano Cappellini che torna sulla vicenda Vlahovic con un richiamo al passato. Ve ne proponiamo alcuni passaggi:
Repubblica
Vlahovic, l’arma giusta è l’indifferenza. Il commento di Repubblica
Per la piazza che ha visto andar via il Divin Codino, l'addio di Vlahovic è una bazzecola
"Avevo sedici anni ed ero in curva Fiesole il giorno in cui Roberto Baggio tornò per la prima volta a Firenze con la maglia della Juventus. (...) Intorno a me c’era chi intonava cori di insulto (“L’hai fatto per la grana”), chi applaudiva, chi piangeva. Io come altri rimasi muto, paralizzato."
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"Questo per dire che oggi, dopo aver provato quelle emozioni, è difficile sconvolgersi per l’addio di Dusan Vlahovic, come già prima di lui per quelli di Federico Bernardeschi o di Federico Chiesa. Con tutto il rispetto, sono giocatori che non contano nulla o quasi nella storia della Fiorentina."
"Questo è il calcio di oggi, inutile illudersi. La società avrebbe potuto risparmiarsi di mettere la rottura subito in piazza, era chiaro che avrebbe armato i fischi al primo inciampo e penalizzato il lavoro di mister Italiano. Ma ormai è andata così: a Vlahovic possiamo solo chiedere di fare fino in fondo la sua parte"
"Il romanticismo è saper di aver vissuto amori indimenticabili, seppur ben pagati all’epoca, e trattare queste situazioni con l’indifferenza che si riserva ai contratti notarili: prima di separarsi, si pretende tutto il dovuto e poi ognuno per la sua strada."
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