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Violenza ultras, Salvini: “Carceri negli stadi, ok all’ingresso di megafoni e tamburi”

Le parole del ministro dell'Interno Salvini a margine del vertice di ieri con Coni e Federcalcio

Redazione VN

La Gazzetta dello Sport fa il punto su quanto emerso nel super vertice di ieri tra il ministro dell'Intero, il Coni e il mondo del calcio sul tema ultras e violenza negli stadi. La linea salviniana è un misto di modello inglese, le «camere di sicurezza» negli stadi «perché chi delinque possa pagare sul posto», e di discontinuità rispetto ad alcune misure repressive del passato. «No alle sanzioni collettive e al Daspo di gruppo perché la responsabilità di chi delinque è solo personale». C’è anche il ritorno alle trasferte collettive con i treni, perché «un treno con mille persone è molto più controllabile di 100 persone che si avvicinano con dei minivan in ordine sparso allo stadio. E' inutile vietare le trasferte, inutile vietare l’ingresso degli stadi degli striscioni, dei megafoni e dei tamburi (ma su questo punto c’era già stata un’apertura in era Minniti, ndr): lo Stato ha la possibilità di garantire la sicurezza dentro e fuori gli stadi senza negare il diritto al tifo» ha detto Salvini. E anche le strada della sospensione delle partite per i cori razzisti viene giudicata dal vicepremier «molto scivolosa», un punto sul quale c’è una chiara diversità di vedute con la Federcalcio.