Davanti al Milan. L'ultima volta fu nel maggio del 2008 e per riuscirci la Fiorentina si affidò a una prodezza, una magia. Quella di Daniel Pablo Osvaldo che proprio contro il Torino all'ultima giornata di campionato con una rovesciata capolavoro trascinò il club dei Della Valle per la prima volta in Champions League e costrinse i rossoneri alla meno ambita Europa League.
stampa
Viola, un’altra magia
Le analogie con il passato
Oggi come allora il duello si ripete. E le anologie continuano anche per quanto riguarda la panchina visto che pure per Montella un'eventuale qualificazione Champions rappresenterebbe una prima volta come fu per Prandelli. Ma non solo. Perché se è vero che anche in caso di vittoria con il Toro domani (e di contemporanea sconfitta del Milan contro la Juventus) la Fiorentina non sorpasserebbe (né affiancherebbe) i rossoneri, cinque anni dopo potrebbe essere ancora un argentino a decidere la sfida con i granata.
Come Osvaldo (che tra l'altro resta l'obiettivo principale per la prossima stagione) anche Marcelo Larrondo ha dovuto superare diffidenze e ironie e come l'attuale punta romanista anche lui sembra prediligere i gol difficili come accaduto con l'inaspettata prodezza di Bergamo, perdendosi magari davanti alla porta. Di sicuro l'argentino arrivato da Siena a gennaio vive uno dei momenti più felici della sua carriera e sta scalando le gerarchie interne tanto che ieri Montella lo ha provato per tutto l'allenamento tra i titolari. Un'indicazione che aumenta di molto le possibilità di vederlo in campo anche se, va detto, giovedì scorso la pettorina più ambita era stata assegnata a El Hamdaoui. (...)
L'articolo completo di Ernesto Poesio sul Corriere Fiorentino
© RIPRODUZIONE RISERVATA