In comune hanno le origini (entrambi sono di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli), gli inizi nel calcio professionistico (a Empoli), il fiuto del gol (tutti e due bomber prolifici), la carriera da allenatore (per ora ancora breve). «Quando Vincenzo arrivò da noi a 13 anni — ricorda il presidente dell'Empoli Fabrizio Corsi, allora consigliere del club azzurro — Nicola ne aveva quattro in più e gli faceva da chioccia». Poi i destini di Montella e Caccia hanno preso strade diverse: molto più ricca di successi quella dell'Aeroplanino, tra alti e bassi quella dell'ex attacante di Ancona, Atalanta, Bari, Piacenza, Napoli (ma l'elenco è più lungo). E ora i ragazzi terribili di Castel Cisterna (su Wikipedia sono inseriti nell'elenco dei personaggi illustri del piccolo paese ai piedi del Vesuvio) lavorerano insieme alla Fiorentina. L'ufficialità arriverà solo domani, ma Nicola Caccia con ogni probabilità sarà inserito nello staff tecnico viola (si occuperà soprattutto delle giovanili).
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Vincenzo e Nicola, i gemelli diversi di Castel Cisterna
In comune hanno le origini (entrambi sono di Castello di Cisterna, in provincia di Napoli), gli inizi nel calcio professionistico (a Empoli), il fiuto del gol (tutti e due bomber …
Chi li conosce bene, anche perché li ha guidati nei primi passi dietro a un pallone, è Lorenzo D'Amato, direttore generale dell'Usd San Nicola oltre che apprezzato talent scout (tra le sue scoperte pure Di Natale, Riccio, Lodi e Piscitella): «Il papà di Caccia — racconta al telefono, mentre fa ritorno in Campania da un torneo vinto dai suoi ragazzi proprio in Toscana — era un dirigente della nostra società. Lui e Vincenzo sono due ragazzi d'oro, umili e innamorati del calcio. Sono contento che si stiano affermando anche sulla panchina, d'altronde già si vedeva da ragazzini che avevano una marcia in più». Le differenze tra i due? «Vincenzo — sottolinea Corsi — era un uomo già a 15 anni, Nicola aveva bisogno di qualche tiratina d'orecchi in più».
Caccia — 142 gol tra A, B, C e una squalifica di sei mesi per doping — ha smesso di giocare nel 2006: ultima stagione nel Genoa di Vavassori promosso in serie B vincendo i play-off. E anche sulla panchina ha avuto meno fortuna del più giovane compaesano (le case delle famiglie Caccia e Montella distano appena un centinaio di metri): il primo contratto lo firma nel giugno 2006 con la Biellese in C2. Esonerato a settembre dopo aver perso le prime 3 partite di campionato, viene richiamato a gennaio, concludendo il campionato al penultimo posto. L'anno dopo passa alla Sangiovannese, squadra di C1 e viene mandato via in ottobre, dopo appena sei partite. Nell'estate del 2011, infine, entra a far parte dello staff del Livorno come assistente tecnico di Walter Novellino e del vice Massimo Morgia, ma anche questa esperienza finisce male. Caccia, però, non è uno che si scoraggia. Anzi, il 2 maggio dello scorso anno ottiene a Coverciano anche l'attestato di direttore sportivo. Un bagaglio di esperienze diverse e importanti, che cercherà di mettere a frutto anche dalle parti del Franchi, dove è stato visto proprio venerdì, giorno della prima visita di Montella a Firenze.
Antonio Montanaro - Corriere Fiorentino
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