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Vertice lampo Nardella-Cognigni per lo stadio

Incontro a Milano, si è parlato di Mercafir e non solo…

Redazione VN

Il Corriere Fiorentino e La Nazione parlano del blitz di Dario Nardella a Milano. Tenuto riservato, addirittura smentito, fino a ieri mattina. Una visita per affrontare non solo il futuro del nuovo stadio alla Mercafir ma anche tutte le partite che coinvolgono l'amministrazione comunale di Firenze e la Fiorentina. Ieri Nardella, in compagnia del megadirigente del Comune ingegner Giacomo Parenti, cioè il «tecnico» che ha in mano le chiavi (numeri, procedure, urbanistica) del nuovo stadio,  ha incontrato Mario Cognigni e i tecnici della Fiorentina. Sulla Mercafir non ci sono date ma è certo che, entro la fine di questo mandato amministrativo, cioè entro il 25 maggio, Nardella dovrà riuscire a incassare la presentazione del progetto e il via alla lunga procedura per il project financing.  

Il vicesindaco ha ascoltato la puntualizzazione, fatta da Parenti, di cosa ha previsto il Comune in quell'area, i metri quadri destinati a spazi commerciali (18.300, la cifra contenuta nella variante già approvata dal Comune), per attività turistiche (come alberghi, 4.200 metri quadri) e uffici (8.000). Ancora, le richieste di previsioni di parcheggi (nell'area verso l'autostrada e non solo), le prescrizioni ambientali. Un quadro conosciuto ormai a menadito dai tecnici di Della Valle, presenti anche loro all'incontro: ed è arrivata la conferma che stanno lavorando per presentare, in tempi brevi ma ancora non conosciuti, l'idea di base della (mini)cittadella.

Un'idea che si dovrà confrontare poi con un progetto comunque importante per la città, il trasferimento di tutto il mercato ortofrutticolo verso la zona nord, per liberare quella sud, appunto per lo stadio. Sarà un project, certo, un bando di gara aperto a potenziali concorrenti: ma che dovrà mettere al centro la società viola. Questo grazie anche ad un emendamento, voluto dallo stesso Nardella, approvato in un decreto presentato dal ministro Graziano Del Rio che lega indissolubilmente la presentazione di questi progetti alla «società sportiva della città». Insomma, si può presentare solo se la squadra di calcio cittadina è coinvolta. Una norma antispeculazione: gli stadi si fanno solo se servono alle squadre, non sarà possibile aggirare lo stop al cemento con le norme sugli impianti sportivi.

Ma la discussione ha toccato anche il vecchio stadio Franchi, in cui la Fiorentina dovrà comunque giocare (e a livello internazionale, si spera) per almeno altri 4-5 anni. Vanno avanti i lavori di ristrutturazione, l'abbattimento delle barriere, c'è da discutere anche sulla possibilità o meno di porre nuovi impianti pubblicitari o di sostituirli. E poi, il vero nodo: cosa fare del Franchi quando sarà costruita la nuova cittadella? Perché la convenzione firmata nel 2010 tra Comune e Fiorentina arriva fino al 2030. Si punterà al rugby, si proverà a farne un impianto multifunzionale? L'obiettivo è far vivere (e respirare) il quartiere di Campo di Marte senza però lasciare una cattedrale del deserto.

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