Cinque vittorie, un pareggio e primo posto del girone. La Fiorentina chiude così la prima fase dell’Europa League e merita solo applausi per l’autorevolezza e la costanza dimostrata lungo il percorso. Da ricordare la partita di andata in Ucraina, tostissima nelle premesse e decisa di forza. Non male neanche la vittoria in Romania, con quel finale che ha ribaltato tutto. Meno divertente la trasferta portoghese, ma ci poteva stare. In casa, invece, la squadra di Montella ha fatto percorso netto.
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Una marcia perfetta. E ora i rinforzi
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara
In sostanza la Fiorentina ha dimostrato di tenere molto a questa esperienza europea, come è giusto che sia. Da ora in poi le sfide inizieranno a farsi più serie e le notti del giovedì più eccitanti. L’Europa ha sempre il suo fascino, anche se non parliamo di quella più lussuosa. Brava Fiorentina, quindi. Ma oltre gli applausi è giusto fare alcune considerazioni. La prima riguarda le scelte del tecnico, che ha approfittato di questa prima fase per provare il turn over e capire su quali giocatori può davvero contare pensando anche a ciò che sarà di questa stagione. A occhio possiamo dire che se Matos è sicuramente promosso (magari non è più esplosivo come all’inizio ma quando hai vent’anni e sali alla ribalta all’improvviso gli alti e i bassi ci possono stare), giocatori come Wolski, Vecino, Bakic e Alonso sono da rivedere mentre Iakovenko anche no. A spiegare tutto questo ci sono anche le scelte di Montella per questa specie di finale per il primo posto. Turn over quasi zero.
L'articolo integrale di Benedetto Ferrara su Repubblica
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