La Fiorentina torna sulla terra. Nel 2013 due partite e punti zero. Ma occhio alle paranoie. Ci sono dei problemi, e non sono nuovi. Questo progetto va difeso con le unghie e con i denti. Semmai è giusto discutere con serenità sulle mosse utili per superare un momento difficile, complicato dalla sfortuna e da arbitri particolarmente creativi. Indubbiamente Pescara e Udinese sono stati due scorci di calcio anomalo: la Fiorentina fa calcio, gli altri vincono. Mettendo da parte le scelte arbitrali, proviamo a parlare del resto. A cominciare dallo scarso senso pratico di una squadra spesso bella ma spietata quasi mai (ultimamente). Parlavamo di questo problema a inizio stagione. Montella ha lavorato a lungo per cercare rimedi: ha rimotivato Toni, costruito schemi perfetti su palle inattive per mandare in gol i difensori e i centrocampisti. Ma forse era inevitabile che il problema tornasse a galla. La Fiorentina a Udine ha giocato una ottima gara, subendo due reti in fuorigioco.
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Un progetto da difendere
Tornani vecchi problemi, ma occhio alle paranoie. Di Benedetto Ferrara
Però il problema della punta c’è ed è vivo. Così come quello del portiere, che Montella dovrà gestire da qui a fine stagione con grande maestria. Ma per il futuro è bene avere un punto fermo: se hai grandi ambizioni ti serve un grande portiere. Quindi la palla passa ai dirigenti, anche per la questione attaccante, ovvio. A noi, invece, il compito di difendere una squadra che ci prova sempre e che ogni tanto va a sbattere contro i suoi limiti strutturali. Perché non dovremmo mai dimenticarci che l’obiettivo si chiamava Europa League. Il che non significa cancellare sogni più eccitanti, ma ricordarsi sempre che siamo all’inizio di un viaggio. E se Pradè e Macia devono inventare soluzioni immediate, i giocatori devono solo ritrovare la massima concentrazione senza perdersi in strane paure. Il calendario è tosto, la Fiorentina lo deve essere di più.
Benedetto Ferrara - La Repubblica
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