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Un naufragio per la difesa (altro che gioco d’attacco)

Savic

Due buchi clamorosi, due errori goffi che hanno cancellato il sogno remuntada nel giro di una manciata di minuti. La Fiorentina è fuori dall’Europa, la sua difesa invece è ormai …

Redazione VN

Due buchi clamorosi, due errori goffi che hanno cancellato il sogno remuntada nel giro di una manciata di minuti. La Fiorentina è fuori dall’Europa, la sua difesa invece è ormai a pezzi. Vedere Basanta seminato come un birillo e incapace di controllare anche un cross innocuo ha fatto cadere le braccia a Montella e fatto sobbalzare il Franchi, per altro già scosso dal liscio collettivo (di Joaquin, Basanta e pure Savic) sul primo gol di Bacca. La notte horror della retroguardia viola per altro aveva avuto un prequel col solito, disastroso Basanta (poi tolto all’intervallo per disperazione) che aveva regalato la palla a Vidal, rischiando un rigore (il contatto, pur lieve, c’è stato) già dopo 5 minuti di partita.

Un problema di testa? Forse, perché altrimenti diventa difficile spiegare la buca di un reparto intero su una punizione laterale rasoterra, o il terribile «liscio» di Basanta sul raddoppio di Banega. I problemi viola però sono anche altri, perché altrimenti non si possono prendere 22 gol nelle ultime 11 partite giocate: dallo 0-3 con la Juve di un mese fa (era il 12 aprile), la Fiorentina ha subito la media di due reti a partita ed è rimasta imbattuta solo con la Dinamo Kiev, subendo però schiaffoni dalla Vecchia Signora, a Napoli e per due volte col Siviglia. Un ruolino di marcia inaccettabile per una squadra che punta in alto e mirava a vincere la prima coppa dell’era Della Valle. Nel triennio montelliano per la verità la difesa è sempre rimasto il vero tendine d’Achille. Sempre scoperta, sempre attaccata in velocità e spesso in affanno contro avversari più veloci e lanciati in contropiede. Giocare senza mediani evidentemente ha pagato sotto l’aspetto spettacolare, ma non sotto quello dei risultati.

L’Aeroplanino in questi anni ha dato alla squadra una mentalità offensiva, ha scelto di giocare sempre la palla e di affidarsi alla sapiente regia di Pizarro: proprio il play maker viola però molte volte perde palla e non riesce a recuperare sugli avversari. Colpa degli anni (36 tra un mese) ma anche di caratteristiche fisiche e tecniche che lo limitano nella fase difensiva. Ieri proprio da una palla persa del cileno (e da un suo fallo ingenuo) è nata la punizione del primo gol, ma la coperta corta viola sta anche nel calo di Borja, nella sparizione quasi totale di Aquilani e più in generale in un centrocampo che non fa filtro.

Senza mediani (Montella per la verità ne aveva chiesto l’acquisto a gran voce) è difficile arginare il gioco avversario e battere gli avversari più forti, specie quando (nelle coppe) le ingenuità e le disattenzioni si pagano a caro prezzo. Che il clamoroso flop di questa semifinale possa servire da insegnamento? Può darsi, di sicuro per cancellare certi difetti (ormai anche intrinsechi alla mentalità della squadra stessa) servirà investire pesantemente nella campagna acquisti. Gonzalo (sempre il migliore) non è eterno, Savic sta giocando molto male da tempo, mentre Tomovic, Alonso e Basanta (se l’asticella rimarrà alta) al massimo possono essere comparse. L’avventura è stata bella, ma per evitare certe figuracce non basta rammaricarsi per i gol sbagliati a Siviglia.

Leonardo Bardazzi - Corriere Fiorentino