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Un campionato inutile che finisce in confusione

I 100 del Parterre non rappresentano Firenze. La contestazione è altrove

Redazione VN

E' finita. E questa è la buona notizia. Il resto, invece, per ora è confusione. A cominciare dalle polemiche sui titoli di coda. Dai gestacci di Kharja ai cori contro i Della Valle con Adv che lascia la tribuna d´onore al dodicesimo del primo tempo di una sfida inutile che chiude una stagione ancora più inutile. E' sempre doveroso condannare le offese personali, comunque uno la possa pensare. Quello che però ci fa riflettere non è tanto la polemica tra tifosi, ma semmai il fatto che tutto questo è avvenuto dentro uno stadio praticamente vuoto. Già. Non è più possibile prendere a esempio come giudizio generale quello che va in scena sulle gradinate di uno stadio deserto, o quasi. E crediamo che cento persone rappresentino cento persone. A tutti gli altri i Della Valle possono piacere molto, il giusto, poco o anche per nulla, ma mai la stragrande maggioranza dei fiorentini penserebbero a usare l´offesa personale per esprimere il proprio punto di vista.

La vera contestazione è essere altrove, lasciare la Fiorentina sola, come l´hanno lasciata purtroppo sola quei dirigenti che hanno gestito male la situazione negli ultimi due anni. Ma parlare del domani prendendo a pretesto le offese di cento persone non ha senso. Firenze è pronta a tornare a sostenere la squadra se viene messo in piedi un programma serio di ripartenza. E questo è il nodo: tutti stanno aspettando di capire cosa cambierà ai vertici della società e chi sarà il nome del nuovo allenatore. Per non dire della nuova squadra, aspetto non certo secondario in questa vicenda ancora insoluta. Sarebbe anche stupido pensare che la società debba obbedire ai tifosi nella scelta del nuovo tecnico. Anche se non è che ci volesse un genio per capire che il nome di Claudio Ranieri (una cover di antichi ricordi) difficilmente può scaldare i cuori ed entusiasmare la gente. Ma su tutto questo è giusto che sia la proprietà a decidere. Firenze in fondo chiede solo gioco, attaccamento alla maglia e la sensazione di potersi definire diversa in un mondo tristemente omologato. Dai, proviamo a smarcarci da questo calcio grigio e prevedibile. A volte dove non arrivano i soldi ci arrivano il cuore e la fantasia. Se manca tutto questo meglio restare a casa, no?

Benedetto Ferrara - La Repubblica