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Tutti al capezzale della Fiorentina

Il gustoso articolo di Benedetto Ferrara (COMMENTA)

Redazione VN

Niente striscioni polemici o cori nervosi. In compenso sul cancello di ingresso dello stadio c'è una mega cartello bianco e nero. Sopra c'è scritto che le giovanili dell'Esperia Viareggio sono affiliate alla Juventus. Il tutto con tono molto orgoglioso. D'altra parte i colori sono quelli. Ed essere viola, qui, non è facile.

Cerci & friends si sono ritrovati sbattuto in faccia il ricordo di una delle peggiori umiliazioni della storia della Fiorentina, quella per cui la maggior parte di questi giocatori verranno ricordati (o dimenticati, fate voi). Dentro lo stadio dei Pini, Delio e i suoi affrontano l'inizio caldissimo della primavera senza sorrisi in faccia. Qui in Versilia tutto tace. Davanti all'albergo del ritiro "punitivo" a cinque stelle (una per ogni gol) solo due famigliole a caccia di autografi e un distinto signore over sessanta che protesta con una certa educazione. "Vergognatevi". "Buffoni". "Andate a lavorare". "Soprattutto lei, caro Cerci". Si chiama contestazione solitaria di classe. Rabbia sì, ma con fair play. Poi c'è anche quello che arriva urlando: "Non la dovete indossare quella maglia viola. Non la meritate». Un duro.

Che poi vede Romulo e gli sorride: "Hey, facciamo la foto insieme?". Il colpo del Corvo versione Copacabana quasi non ci crede.

Già. "People are strange", cantava Jim Morrison. «Abbiamo una tempesta di idee», cantava invece Cognigni, arrivato alle 18 spaccate al Principe di Piemonte arrancando su delle stampelle. "E' caduto", dicono con aria seriosa dall'ufficio stampa. Il presidente esecutivo ha parlato con Delio Rossie preparato il terreno per l'arrivo di Andrea Della Valle, che molti scherzando ormai chiamano ufficialmente "il patronno". Ci sta che Adv arrivi oggi. Nonè da escludere che possa assistere al simil-amichevole (senza arbitro) che i suoi lussuosi stipendiati giocheranno alle 15 contro il Montecatini. Porte chiuse, ovvio. Ammessa solo la stampa. Perché poi, al di là degli umori per l'umiliazione del sabato sera, qui c'è anche da rimettere in sesto una squadra per la trasferta di Genova, che non sarà una passeggiata.

Lo stadio è blindato. Ma in realtà se ti arrampichi sul cancello puoi assistere da lontano alle giochesse del fenomeno Olivera e alla partitella a campo largo giochicchiata nel pomeriggio. Visto che sia Ljajic esce dal campo per un problemino (niente di grave, dicono) e Amauri evita di giocare per motivi precauzionali, alla fine in attacco ci gioca Boruc, uno ormai abituato a fare l'attaccante di riserva. Bene Jovetic, ancora a parte invece Behrami, che resta in dubbio per la partita di Marassi. Rossi, che ormai le ha provate tutte, stavolta potrebbe scegliere un 44-2, con Vargas esterno di centrocampo a sinistra. Il 4-3-3, infatti, aprirebbe il caso tornante di destra, visto che Cerci si è fatto fuori da solo, Marchionni è un simpatico ricordo del passato e Romulo un simpatico mistero do Brasil.

Almeno da quello visto fino ad oggi. Questo è uno di quei rari casi in cui giocare in trasferta fa felici tutti. A Genova la Fiorentina dovrà dare l'anima. In queste ore tutti non parlano d'altro. Ieri, a fine allenamento, Vincenzo Guerini ha discussoa lungo con Montolivo, il vero capitano di questa squadra, nonostante il prossimo addio. I due hanno parlato dei problemi tattici e dell'imperativo della proprietà: alzare la testa. Cioè pensare solo e soltanto a tirare la Fiorentina fuori dai guai. In queste ore lo stesso allenatore, lasciato solo da un bel pezzo, sta ritrovando sponde giuste con cui confrontarsi. L'addio del diesse ha reso Guerini più operativo e utile alla causa. Dire che la Fiorentina soffre in un hotel a cinque stelle farebbe ridere. Dire che riflette su come uscire dai guai avrebbe più senso.

Benedetto Ferrara - La Repubblica