Senza l’ombra di un attaccante in campo (quelli veri erano in tribuna con tanto di zuccotto in testa e sciarpa, uno tedesco e l’altro italiano...), la Fiorentina prova a mettere i nervi alla Roma, ma tra le due squadre ci sono troppi chili di differenza di muscoli e i falsissimi «nueve» corrono sempre a vuoto, cozzando di volta in volta contro il muro di Toloi e Castan. I viola ci mettono il cuore — nessuno si è tirato indietro — ma alla fine quello che conta è la cifra di gioco espressa, e per la Fiorentina è stata insufficiente. I muscolosissimi mastini di Roma (Nainggolan e De Rossi in testa) hanno tenuto a bada con troppa facilità Ilicic, Matos e Cuadrado.
stampa
Troppi “falsi nueve” in campo
Il commento de La Nazione dopo la sconfitta di ieri
Tanto che nel secondo tempo Montella ha messo dentro Matri — attaccante di peso e di ruolo — proprio per dare un senso al gioco viola, che altrimenti aveva il sapore beffardo di un lavoro incompiuto. La squadra è stanca — lo sappiamo — eppure con un assetto diverso è riuscita a mettere in evidenza le qualità di Cuadrado, che ha preso un sacco di falli e ha provato la soluzione dalla distanza. C’era poco da fare, perché la Roma ha menato come si conviene a una squadra di alta classifica che va per le spicce, dritta al risultato. Ne è venuta fuori una partita a tratti piacevole, ma che non ha aggiunto nulla al valore della Fiorentina. Anzi, ha confermato il pessimo stato di forma di Ilicic, quasi indisponente a cercare i cross alti quando Gomez era in tribuna e Matri solo contro la difesa avversaria.
A dire il vero la giornata era iniziata con uno squillo di mercato, con le indiscrezioni di un passaggio di Montella al Milan e il probabile arrivo contemporaneo del ds Pradè alla società rossonera. Ipotesi subito smentita da Firenze, anche perchè l’accoppiata Pradè-Montella è stata l’artefice della rinascita della Fiorentina dopo la disastrose gestioni Mihajlovic-Delio Rossi. Sarebbe un controsenso perdere anche un solo «pezzo» di un gruppo di lavoro che ha dimostrato di saper lavorare nella direzione indicata dalla famiglia Della Valle.
La Nazione
© RIPRODUZIONE RISERVATA