Una situazione davvero strana, come uno stato di malessere diffuso (ma quanto, poi, in realtà?) difficile da misurare. Il tutto oltre le critiche oggettive, quelle che ci possono sempre stare ed è giusto che ci siano perché il gioco funziona così. La Fiorentina è partita piano. Un po’ confusa, per una lunga serie di motivi facili da individuare. Ma stavolta è scattato un meccanismo quasi impercettibile. E’ come se non sapessimo più abitare nelle mezze misure: o tutto o nulla, o bene bene o male male. L’idea che si possa discutere nei dettagli o fare valutazioni oggettive sembra fuori dal tempo. Montella l’eroe, il genio, il nuovo Guardiola. Esaltiamo. Dopiamo gli aggettivi e poi ci scordiamo di averli dopati. E così saltiamo sulla sponda opposta. Come delusi da noi stessi. Qualcuno dice che è un problema di Firenze. Sì, certo: con le fazioni ci siamo sempre trovati bene. Ma forse c’è di più, c’è quell’amplificazione “social” che da una parte favorisce in modo meraviglioso il dibattito e dall’altro rompe i vecchi schemi. Se uno scrive che “odia” questo o quello rischia di diventare un fatto, una tendenza, e quindi una notizia.
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Tra mondo social e campo quel bisogno di equilibrio
Uno strano avvio di stagione: tutto da esaltare o buttare. L’incipit dell’articolo di Ferrara su Repubblica
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