Sul Corriere Fiorentino troviamo un'intervista esclusiva a Ciprian Tatarusanu, portiere della Fiorentina, realizzata da Ernesto Poesio. Vi riportiamo alcuni passaggi, l'articolo integrale nel quotidiano oggi in edicola:
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Tatarusanu: “Lotteremo fino alla fine per la Champions”
Il portiere viola si racconta: “Firenze era nel mio destino, mi vedo qui per tanti anni. Col Tottenham…”
Tatarusanu che partita è stata a Genova?
«Un pareggio giusto, con entrambe le squadre che volevano vincere. Il gol iniziale è stata solo sfortuna, non mi era mai capitata una cosa del genere».
Palo, testa e autogol, in effetti non capita tutti i giorni. Come il salvataggio di Vargas all’ultimo minuto... Ho seguito la palla con lo sguardo e ho solo sperato che non entrasse. Voglio rivedere mille volte il replay per capire com’è andata davvero".
Che effetto fa ritrovarsi portiere della Fiorentina a metà anno?
«Lo ero anche a giugno. Sono un calciatore professionista, il mio compito adesso è fare sempre il massimo. Certo, non è stato facile stare fuori. Ma questi periodi fanno parte del calcio. Aiutano a diventare più forti e sono uno stimolo per lavorare ancora meglio. Poi arriva la possibilità di giocare, e si fa di tutto per non mollare la maglia".
A che punto è il suo rapporto con il resto della difesa?
"Stiamo migliorando ogni partita, ma serve tempo. Con Savic ad esempio ho giocato solo una volta per ora. Con il Palermo invece c’è stato un fraintendimento con Alonso".
Già, quel gol. Forse perché la squadra era abituata a Neto che giocava molto fuori area?
«Ma anche io non alcun problema con i piedi. Anche allo Steaua giocavo così, per me non è una novità. Si dice che Neuer stia cambiando il ruolo del portiere, ma non credo. Tanti portieri hanno giocato in passato con i piedi, solo che lui ha vinto un mondiale e gioca nel Bayern. Si nota di più".
Cosa è per lei la Fiorentina?
"Mi piace la squadra, la città, perfino il tempo. Mi vedo qui a lungo, voglio giocare molti anni con questa maglia".
Una maglia che Cuadrado alla fine si è tolto. Quanto mancherà per la corsa al terzo posto?
"È un grande giocatore e un bravo ragazzo. Ma quanto e se ci mancherà lo vedremo da qui a maggio. Adesso non possiamo dire che senza di lui usciremo dalla corsa per la Champions o per l’Europa. Di sicuro perdiamo un po’ di allegria nello spogliatoio e un amico".
Fin da piccolo allora voleva fare il portiere?
"No, anzi avrei voluto fare l’attaccante! Poi facemmo un ritiro in estate al mare e mentre correvo e faticavo sulla spiaggia, guardai i portieri che invece si divertivano a buttarsi sulla sabbia e dissi “bella vita la loro, facile così!”. Avevo dieci anni e dissi all’allenatore: “Voglio fare anche io il portiere”. Lui mi guardò, vide che ero alto e mi disse “ok, vai in porta”. E lì sono rimasto anche quando siamo tornati a casa e i tuffi invece che sulla spiaggia li ho dovuti fare al campo di allenamento che invece era durissimo...".
Un’altra vecchia conoscenza della Fiorentina è passata dal Bistrita come lei...
«Lo so bene e vi racconto una cosa. L’inno del Bistrita a un certo punto parla delle grandi squadre che ha affrontato. E tra queste naturalmente viene nominata proprio la Fiorentina».
Quindi Firenze era nel suo destino?
«Adesso, in effetti, si può dire (ride, ndr )».
E oltre al calcio che le piace?
«Giocare a ping-pong. In ritiro ci siamo sfidati spesso. Naturalmente sono il numero 1 (ride, ndr ). Però sono bravi anche Mati e il Pek. Con lui soprattutto ho sofferto parecchio. Il più basso e il più alto».
Torniamo alla Fiorentina. Montella che allenatore è?
"Un buon allenatore, per lui parlano i risultati. Però non posso dare giudizi, io sono un suo giocatore. In fondo se non mi piacesse mica lo potrei dire... (ride, ndr )".
Dove può arrivare questa Fiorentina?
"Spero nel terzo posto e nella qualificazione Champions. Abbiamo una buona squadra. Ci sono quattro o cinque squadre che lotteranno fino all’ultimo. Noi abbiamo la qualità per arrivarci".
E l’Europa League? Il Tottenham?
"Una buona squadra, ma non è il top della Premier. Ce la giochiamo alla pari, sarà una gara equilibrata. Sarà bello, l’Europa è questo, giocare le grandi partite".
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