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Tamponi ripetuti, ritiri e limiti agli allenamenti: le regole del protocollo

Il protocollo Figc prevede 3 test in 10 giorni e raduni chiusi per due settimane: solo dopo, la quarantena sarebbe allentata

Redazione VN

Quali sono le regole del protocollo scientifico? La Gazzetta dello Sport le riassume in cinque punti.

Gruppo squadra

Il primo passo per i club in vista del ritorno agli allenamenti collettivi è l’individuazione del «gruppo squadra» attraverso i test medici. Del gruppo fanno parte giocatori, allenatori, massaggiatori, fisioterapisti e altri componenti dello staff che lavoreranno a stretto contatto da lunedì. Tutti, 72-96 ore prima degli allenamenti, devono essere sottoposti a visita clinica più tamponi Covid e test sierologici. Chi è positivo viene allontanato dal gruppo; giocatori e tecnici che hanno avuto il virus faranno test aggiuntivi. Il tampone dovrà essere ripetuto dopo 24 ore. Test sierologici e tamponi si ripeteranno su tutto il gruppo dopo 7-8 giorni di allenamenti. I tamponi sono a spese dei club.

Nodo reagenti in Lombardia

Il problema della reperibilità dei reagenti per i tamponi, soprattutto in Lombardia, c’è. I club si stanno attrezzando e oggi iniziano gli esami. Lo farà l’Inter, che non è riuscita a fare il test a Conte prima del ritorno ad Appiano con gli allenamenti individuali. Esami oggi anche per Lecce, Torino e Napoli.

Medici sociali

I responsabili medici dei club hanno il compito di monitorare il gruppo durante il ritiro, con il controllo giornaliero della temperatura e degli altri sintomi, e di dare indicazioni sui comportamenti da adottare. Il protocollo Figc prevede anche che le misure della quarantena volontaria di due settimane devono essere rispettate «stringentemente» sotto la responsabilità del medico del club. È il passaggio che preoccupa gli staff sanitari della A: ai medici viene riconosciuta una sorta di responsabilità illimitata, senza scudo in caso di positività di un componente del gruppo squadra.

Quarantena

Le indicazioni contenute nel protocollo Figc riguardano le prime due settimane di allenamento in gruppo chiuso, con possibile estensione alla terza. Le squadre, cioè, devono creare attorno a sé una bolla per provare ad allontanare i rischi del contagio. Come? Restando in «quarantena volontaria». Tra le società che possono chiudere giocatori e staff al completo dentro i centri sportivi ci sono Juve, Milan, Lazio, Roma, Atalanta, Parma e Cagliari.

Schemi e partite

Gli allenamenti nei primi 14 giorni sono divisi in 2 fasi: nella prima si continua col lavoro individuale e si inizia con la tecnica individuale e di gruppo, con 7-8 giocatori. Allenatore e staff devono avere mascherina e guanti e tenere una distanza minima di 2 metri l’uno dall’altro; sarà limitata la palestra e anche qui si lavorerà a 2 metri di distanza. La seconda fase, dopo l’esito positivo dei tamponi-test sierologici di controllo dopo una settimana di allenamenti, prevede che si intensifichi il lavoro tecnico: si provano gli schemi e si fanno le partitelle. A questo punto niente mascherine e guanti per allenatori e staff.

https://www.violanews.com/stampa/quarantena-ritiri-e-responsabilita-penale-dei-medici-i-tre-nodi-del-protocollo/

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