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Taider: “Ecco perchè dissi no ai viola”

Saphir Taider è stato per diversi mesi sul taccuino dell’ormai ex direttore sportivo della Fiorentina Pantaleo Corvino, che nel gennaio 2011 aveva tre milioni pronti per il Grenoble pur di …

Redazione VN

Saphir Taider è stato per diversi mesi sul taccuino dell'ormai ex direttore sportivo della Fiorentina Pantaleo Corvino, che nel gennaio 2011 aveva tre milioni pronti per il Grenoble pur di avere lo Zaffiro, questa la traduzione del nome del centrocampista. Invece di fronte a sé trovò un ragazzo ambizioso ma comunque lucido e ben consigliato: «Merci, resto qui» è stata la risposta di Saphir, che ha preferito rimanere al suo Grenoble e giocare. «In quella Fiorentina in mediana c'era gente come Montolivo e Behrami e io non volevo fare la semplice comparsa, ho sempre preferito la politica dei piccoli passi piuttosto che rischiare di bruciarmi. E a distanza di qualche tempo posso dire di aver fatto la scelta giusta, perché ho trovato la fiducia che cercavo».

Di lì a sei mesi infatti il Grenoble fallì, Bagni fece il colpaccio a costo zero e Saphir da allora ha avuto spazio e occasioni che ha saputo sfruttare. Si è inserito alla perfezione sia in campo che fuori, ha portato con sé uno dei suoi fratelli maggiori e in città ha già tanti amici: «Non c'è un luogo in particolare di Bologna che preferisco, ma è una città dove mi trovo a meraviglia: è organizzata, quando ho bisogno di qualcosa lo trovo sempre». A distanza di quasi due anni dal clamoroso no ai viola Saphir fa un ringraziamento speciale: «A quelli che mi dissero di lasciar stare l'offerta della Fiorentina, la mia famiglia e mio fratello Nabil: quando si tratta di prendere certe decisioni chiedo sempre consiglio a lui».

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Ha la faccia giusta, Saphir, che davanti ai microfoni così come in campo è uno che si fa sentire. Magari col sorriso, pochi centimetri sotto quella cresta da mohicano che porta fin dal suo primo giorno a Bologna (e che ora si è diffusa a macchia d'olio tra i look dei giocatori di serie A), ma quello che deve dire lo dice: «Non mi sento un trequartista, anche se per giocare sono pronto a fare anche il terzino sinistro. Posso farlo, come contro il Catania, per dare una mano alla mediana in fase di non possesso e sfruttare le mie capacità di inserimento negli spazi ma non sono Ramirez: mi trovo a mio agio davanti alla difesa o comunque a centrocampo. Contro il Catania è stato fondamentale non aver subito gol e la vittoria è stata ottenuta grazie alla determinazione che abbiamo messo in campo: ora andiamo a Firenze per vincere, anche se li ho visti in tv contro la Juventus e so che non sarà facile perché non ho mai visto i bianconeri così in difficoltà».

Corriere di Bologna