Due assi nella manica. Da una parte Pepito Rossi, che ha da poco ritrovato il gol in Europa e che sta recuperando a grandi passi la condizione fisica, e dall'altra Mario Suarez, lo spagnolo che sta cercando di bruciare le tappe per adattarsi a questa sua nuova avventura. Paulo Sousa scommette anche su di loro, ma è adesso che serve il salto di qualità. Questo ciò che si scrive sul Corriere dello Sport - Stadio in edicola stamani.
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Suarez più Pepito, via al salto di qualità
Alla ripresa dopo la sosta inizierà un altro tour de force, e ci sarà bisogno di entrambi i giocatori che finora hanno giocato poco
Il mediano, per altro tra i giocatori più "costosi" in termini di ingaggio anche dopo la revisione economica avvenuta in estate, fin qui ha messo insieme solo 318 minuti, 90 in Europa League. E' il quindicesimo giocatore per minutaggio tra i 22 impiegati complessivamente dal tecnico viola, di certo quello dal palmarés più ricco quanto a trofei vinti. Sousa lo sta plasmando, lavora sempre con la palla anche in allenamento, ma è sui movimenti che si sta insistendo, perché c'è da imparare a giostrarsi nella ragnatela che il portoghese. Aveva cominciato bene col Torino, salvo perdersi pure lui nei 9 minuti di blackout della squadra. Poi le difficoltà, fin dalla gara di Modena col Carpi: un paio di buoni anticipi, ma anche errori capaci di farlo planare nel grigiore più totale. E' parso riprendersi, un po', in Portogallo contro il Belenenses ma ancora non è il guardiano della difesa che vorrebbe Firenze. Anche Sousa lo ha punzecchiato e adesso tocca a lui rispondere sul campo.
Pepito invece è stato fin qui gestito con intelligenza e parsimonia, dopo i 90 minuti in campo internazionale giocati in Portogallo e festeggiati con un gol, adesso sogna di riprendersi il suo posto in campionato. Sì da titolare, come accaduto in 2 delle 3 presenze fin qui sommate (Genoa a e Carpi), ma stavolta fino all'ultimo secondo. Al Napoli, in carriera, ha segnato due volte: una in Europa League, nel 2011, quando il suo Villarreal vinse 2-1 e una in Serie A, al Franchi, più o meno due anni fa, quando Cuadrado fu espulso e Pizarro, dal campo, mimò il gesto delle manette. Il tempo della rivincita, stavolta, è davvero maturo. Specie per lui, che dopo l'infortunio del gennaio 2014, fece di tutto per mettersi a disposizione nella finale di Coppa Italia giocata a Roma e persa proprio contro il club di De Laurentiis senza però riuscire a cambiare il destino delle cose. Rimasto a riposo contro Bologna e Inter per farsi trovare pronto in Europa, ha guardato i compagni dalla panchina con l'Atalanta la notte del sorpasso viola in classifica ai danni dei nerazzurri: ora pensa solo a farsi trovare pronto. I due assi di Sousa sono pronti. Starà a lui distribuire le carte.
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