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Stadio di proprietà, la lunga battaglia. Ma i tifosi aspettano notizie dal mercato

GERMOGLI PH:

Investimenti immobiliari, una missione per crescere: ecco quanto incidono gli stadi di proprietà nei bilanci degli altri club

Redazione VN

La Nazione si concentra sugli stadi di proprietà. Il più produttivo di questi salvadanai aziendali – lo Juventus Stadium – negli ultimi 9 anni ha inciso in media per il 13 per cento sul bilancio. La Fiorentina, si legge, si è imbarcata in una battaglia senza esclusione di colpi. Ammainato a un passo dalla conclusione il percorso Mercafir – anche lì altre accuse e parole dure – Commisso si è lanciato verso la ricerca di altre soluzioni concentrandosi, poi, sull’area di Campi. Ma davvero l’obiettivo sarà quello di traslocare lì? Oppure la strategia molto Usa di aumentare la concorrenza fa parte di un piano? E che senso poi avrebbe costruire un nuovo centro commerciale a poca distanza dai Gigli, che occupano già quasi 300mila metri quadri con 140 negozi e 18 ristoranti? Eppure lo stadio è un’idea centrale per la nuova proprietà, insieme a quella – legittima e finalmente strategica – del nuovo centro sportivo che nascerà a Bagno a Ripoli. «Forse», ha minacciato Commisso, che come nel caso del nuovo stadio ha racchiuso il proprio avvertimento in sei parole: «Potremmo anche decidere di non farlo». Insomma: la politica che ostacola, la Soprintendenza che stoppa, la lentezza dell’Italia, l’impossibilità di investire, il caos normativo, sempre questi concetti ritornano negli sfoghi di Rocco. I tifosi approvano e lo incitano, l’energia di Commisso trascina e lo scopo è indubbiamente quello dello sviluppo. Poi però la vera domanda dei tifosi è sempre la stessa: "Sì, ma chi si compra?".

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