In campionato, fin qui ha saltato appena tre gare: Udinese e Milan per una elongazione del polpaccio e Pescara per squalifica. Perché di Davide Astori questa Fiorentina fatica a fare a meno. Sempre in campo da titolare, mai sostituito nemmeno una volta: 28 presenze, secondo solo a Tatarusanu per minuti trascorsi sul rettangolo verde. Sarà lui, nel derby toscano, il punto di riferimento della difesa, il leader silenzioso che ha raccolto l'eredità di Manuel Pasqual, il capitano che ha lasciato Firenze la scorsa estate. Non ha cambiato il numero di maglia così come gli aveva chiesto l'amico, ma il 23 che per un decennio è stato sulle spalle del difensore oggi all'Empoli se l'è fatto ricamare sugli scarpini. Il carisma, del resto, è lo stesso. Un anno fa, proprio al Castellani, dopo la sconfitta contro la squadra allenata allora da Giampaolo fu lui il primo ad alzare la voce. Questione di responsabilità, che sente fortissima specie in una squadra dove l'età media è comunque piuttosto bassa, e anche di capacità di essere sempre un punto di riferimento. Si arrabbiò tantissimo perché il rischio era quello di buttare alle ortiche una stagione straordinaria culminata col primo posto in classifica, ed effettivamente poi la Fiorentina riuscì a rimettere la barra al centro.
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Stadio: Astori e l’Empoli un anno dopo. Oggi il difensore farà 260 presenze in A
Sempre in campo da titolare, mai sostituito nemmeno una volta: 28 presenze, secondo solo a Tatarusanu per minuti trascorsi sul rettangolo verde
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