Dietro a una Fiorentina che piano piano sta ritrovando sé stessa grazie al gioco, all'entusiasmo e a una classifica molto meno deprimente di qualche settimana fa, c’è sicuramente una spiegazione fatta anche di nomi e cognomi: dal Pizarro in palla, al Borja Valero ritrovato, passando dal sacrificio di Joaquin e, soprattutto, dal recupero a tempo pieno di un ragazzo cileno chiamato Matias, quello che tutti conoscono come Mati Fernandez. Sì, lui: uno di giocatori che a suo tempo ha fatto molto discutere, non tanto per il rendimento che aveva sul campo di gioco, quanto per la tenuta fisica, quella che tra un infortunio e l’altro non gli ha concesso molta costanza di rendimento. Certo, quello che vale per Mati purtroppo vale per mezzo spogliatoio. Alla Fiorentina ultimamente funziona così. E non si capisce se è sfortuna o se è solo l’effetto di una strategia di mercato: prendere giocatori di grande talento che però faticano nelle loro squadre a causa di problemi vari, confidando nell’aria di Firenze e quindi in una redenzione psicofisica. Infatti, per la Fiorentina Mati Fernandez era stato un vero affare: 3 milioni nelle casse dello Sporting Lisbona per un giocatore che nel 2006 il Villarreal aveva pagato quasi il triplo, visto che quell’anno il giovane Matias era stato nominato giocatore sudamericano dell’anno. Poi il valore del cartellino era addirittura salito a 14 milioni, perchè il fantasista, quando era in palla, sapeva dare spettacolo. Soprattutto con l’ormai celebre rabona (la Matirabona, appunto), grazie alla quale è riuscito a conquistare fans e click su Youtube, dove le sue giochesse hanno avuto un grande successo. Un vero giocoliere. Uno che la società ha difeso a spada tratta nei giorni più difficili, perché convinta della scelta e perché Montella aveva in testa delle idee ben precise.
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Spettacolo e praticità: la Fiorentina si scopre innamorata di Matias
Fernandez, da ‘rotto’ a decisivo. L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara su La Repubblica
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L'articolo completo di Benedetto Ferrara nell'edizione odierna de' La Repubblica!
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