Uno somiglia al Douglas «Doug» Ross (George Clooney) di E.R. - Medici in prima linea , l’altro al Don Pietro Savastano (Fortunato Cerlino) di Gomorra - La serie. Due successi televisivi planetari, due personaggi agli antipodi.
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Sousa e Sarri, così diversi così uguali. Una sfida… da serie tv
I passaggi salienti dell'articolo di Antonio Montanaro sul Corriere Fiorentino
Sousa-Sarri, il divo e l’anti-divo. Paulo sotto i riflettori ci sta a suo agio, come se tifosi, telecamere e giornalisti fossero presenti già al suo primo vagito. Con la divisa di allenamento, in giacca e cravatta, con il colletto della polo irresistibilmente alzato (neanche una raffica di maestrale riuscirebbe a tirarlo giù): per un selfie, un autografo, uno scambio di battute, una pacca sulle spalle lui c’è sempre. Sorriso, movimenti sicuri e quella parlantina ammaliante come il suono del pifferaio magico. Sta oscurando perfino la stella mai cadente del connazionale e maestro Mourinho, in netta difficoltà nei panni del perdente di successo.
Maurizio invece ha l’aria di chi nello star system un po’ ingessato del pallone italiano ci stia a malavoglia. Forse proprio per questo divo lo è, pur non avendone il fisico. Tuta e pacchetto di Merit lo rendono simile a un eroe dei western di Sergio Leone. «Lo avrò visto sì e no due volte in giacca e cravatta», ha raccontato un suo amico che lo conosce da quando, ancora impiegato di banca, allenava in provincia di Arezzo.
Sousa e Sarri, così diversi così uguali. Perché poi, quando si tratta di preparare le partite, le differenze si annullano. Entrambi usano le tecnologie (droni, gps e altre diavolerie) per controllare movimenti e condizione fisica della squadra, entrambi studiano gli avversari nei più nascosti dettagli, entrambi sanno insegnare e parlare con i calciatori. Pur avendo alle spalle un percorso diametralmente opposto. E chissà chi, tra il duro don Pietro Savastano e l’affascinante dottor «Doug» Ross, domenica vincerà il primo Emmy Award della serie A .
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