Stanno arrivando, questione di giorni. Ci sono così tanti portoghesi nel gruppo viola che Lisbona e Firenze sono diventate parenti. Sarà bene tener subito lontana la logora battuta («i portoghesi entrano senza pagare»). Qui sono a libro paga. Ecco Paulo Sousa, che di piazze ne ha girate abbastanza (Inghilterra, Ungheria, Israele, Svizzera) e ora arriva qui con una squadra tutta sua, compreso un analista di campo. Ci sono Manuel Cordeiro, Nacho Torreno, Victor Sanchez, più Rosalem Lopez preparatore dei portieri (c’era già) e Pereira, nato vicino a Porto, qualifica di «chief operating officier». Raduno il 7 luglio. Ci torna in mente un episodio irripetibile di tanti anni fa: Fiorentina in ritiro a Massa Marittima, in collina, sopra Punta Ala, luogo di villeggiatura del presidente Ugolini. Prima partitina a Ferragosto. Una volta fu designato un arbitro di una sede lontana dalla Maremma. L’arbitro si mise in viaggio, scese, dopo tanto, davanti a uno stadio vuoto e chiese a un passante: scusi, dove siamo? «A Marina di Massa» fu la risposta. In questi casi ci si può direttamente suicidare. Conosciano la formazione viola intorno a Sousa, ma non quella davanti a lui. C’è tempo per il mercato. Gli esperti disserteranno sull’addio di Pizarro (gol in Nazionale) e quella è una tegola. Manca un mesetto alle prime partite di cartello; dopo Psg e Benfica ai primi di agosto il Barcellona a Firenze, tanto per non scialare.
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Sousa e il suo staff: ‘obrigado’ Firenze pronta a studiare portoghese
Stanno arrivando, questione di giorni. Ci sono così tanti portoghesi nel gruppo viola che Lisbona e Firenze sono diventate parenti. Sarà bene tener subito lontana la logora battuta («i portoghesi …
Giampiero Masieri - La Nazione
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