Paulo Sousa guarda il foglio delle statistiche e vede numeri lusinghieri. Più del 70% di possesso palla, oltre il doppio dei passaggi completati rispetto alla Roma, una valanga di conclusioni in più verso la porta rispetto agli avversari. E, con i numeri che suffragano le sue impressioni dal campo, spiega in sala stampa come la Fiorentina abbia tutto per rimanere lassù. Soddisfatto del gioco, del coraggio, dell’intensità. Il dopo gara che vede la Viola superata sul campo (e in classifica) dalla Roma vola via così. Tutto bello? Mica tanto. Visto che gli altri numeri, quelli dei gol fatti e subiti, condannano la sua squadra alla seconda sconfitta consecutiva in campionato. Terza in una settimana, allargando l’orizzonte all’Europa League. Ed i risultati, non solo in Italia, contano eccome.
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Sousa alla ricerca del socio giusto di Kalinic
Il tecnico portoghese deve decidere: Babacar o Rossi per migliorare il rapporto occasioni-gol
RETROSCENA Il tecnico viola è convinto che quel tipo di lavoro possa pagare nel lungo periodo. I dettagli, pensa, indirizzano le partite: ma è la mentalità a decidere le stagioni. E l’applauso finale del Franchi, nonostante la sconfitta, gli dona ancora maggiore forze nel proseguire con le sue idee. Magari aggiustandole e modellandole a seconda del momento. Ecco per esempio che l’assoluta mancanza di concretezza certificata dalla valanga di palle gol sprecate domenica scorsa, può portare a breve ad una leggera modifica strutturale. Che vede l’inserimento di un attaccante vero dal primo minuto alle spalle di Kalinic. Forse domani a Verona, altrimenti domenica con il Frosinone, uno tra Babacar e Rossi può davvero affiancare il croato dal primo minuto. Nelle ultime settimane, dentro le segrete mura del blindato centro sportivo viola, le prove tattiche che hanno visto Kalinic e Babacar giocare in partitella nella stessa formazione si sono ripetute. Presto accadrà anche nelle gare ufficiali.
POTENZIALE Paulo Sousa, del resto, ama sperimentare. Guai a fossilizzarsi su un solo principio di gioco. In campionato, nelle nove partite giocate fino a ora, mai Kalinic e Babacar sono partiti insieme dal primo minuto. Soluzione, semmai, provata a gara in corso. Così come mai l’attaccante croato è stato affiancato al fischio d’inizio da Giuseppe Rossi. Soltanto Babacar e Pepito sono partiti in tandem in due occasioni. Per questo la voglia c’è. Certo, servono i dovuti accorgimenti tattici: Kalinic si muove molto e di molti spazi ha bisogno. Per questo devono essere rispettate certe distanze. I tre però, in due mesi di stagione ufficiale, hanno segnato fino a ora dodici gol complessivi (considerando anche l’Europa). Sei quelli del croato, quattro di Babacar e due di Rossi. Mettere due attaccanti così in panchina in sfide da vincere a ogni costo pare un lusso. Ci penserà ancora qualche ora il tecnico della Fiorentina, poi durante la rifinitura deciderà. La tentazione è forte come forte la voglia di vedere un miglior rapporto occasioni-gol. Un numero indispensabile per restare lassù.
La Gazzetta dello Sport
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