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Sorrisi d’Europa, ora la Samp

L'articolo di Ernesto Poesio sul Corriere Fiorentino

Redazione VN

Arrivano dai piedi di Ilicic i gol liberazione. Arrivano alla fine di un primo tempo difficile, combattuto, e di una ripresa giocata da grande squadra ma resa ancora più insidioso dalle condizioni climatiche (con il secondo tempo sotto zero) e da un Poznan esaltato dalla vittoria dell’andata e convinto di poter portare a casa il risultato decisivo per la qualificazione. E invece la Fiorentina in Polonia rimette le cose a posto, o almeno inizia a farlo, con la seconda vittoria europea fuori casa di questa stagione per un en plein che fa il pari con le due sconfitte inaspettate arrivate al Franchi.

Sei punti dunque, in questo girone che si è fatto via via sempre più equilibrato ma che adesso vede i viola balzare improvvisamente dall’ultimo al secondo posto in classifica dietro al Basilea, vincente in Portogallo e al comando con nove punti. E proprio questo rende la trasferta polacca ancora più positiva insieme alla conferma che Paulo Sousa non ha rinunciato alla vocazione di rendere il più possibile motivata e coinvolta la rosa a disposizione. La dimostrazione arriva prima del fischio di inizio al momento della lettura delle formazioni e ancora una volta sorprende: non la squadra dei «titolarissimi» in campo, fuori tre colonne decisive come Borja Valero. Badelj e soprattutto Kalinic per far posto a Suarez, Mati e Pepito Rossi (poi sostituito dal croato a mezzora dalla fine). Scelte coraggiose quelle del tecnico portoghese intenzionato evidentemente a dare un segnale ben preciso alla propria squadra, ricordando come questo girone di Europa League debba essere alla portata della Fiorentina anche senza bisogno di ricorrere a tutte le migliori bocche da fuoco. Cuore e gambe in Europa insomma, e ci mancherebbe visto il prestigio che le competizioni europee portano con sé, ma uno sguardo ben presente anche al campionato, alla trasferta di Genova contro la Samp, ennesima prova del fuoco di questa Fiorentina che studia da grande. Così la prestazione e la vittoria di Poznan assumono un valore ancora più importante soprattutto in quel processo di maturazione che l’allenatore sta cercando da tempo.

Un po’ come due anni fa nella neve di Dnipro quando un colpo di testa di Ambrosini segnò un nuovo punto d’inizio della Fiorentina formato europa, così il successo di ieri rappresenta un altro mattone importante nella fiducia della squadra di Sousa dove tutti si sacrificano per i compagni a proprio partire dai giocatori di talento come Pepito Rossi e Federico Bernardeschi, addirittura terzino sinistro nei ripiegamenti difensivi. Certo, se parliamo di fluidità di gioco, di estetica, quella di Poznan non può essere considerata la miglior prestazione della stagione. Ma in certi campi e in certe partite è la solidità e la concretezza a contare più di tutto soprattutto contro un avversario che anche sotto di un gol continua a restare basso, a non scoprirsi in attesa del contropiede. Una tattica, quella di Urban, che ricorda perfino quella adottata dalla Roma al Franchi due settimane fa, con la linea difensiva che in fase di ripiegamento finisce per essere a 6, cercando così di imbottigliare il gioco dei viola.

A cui, allora, non resta che cercare la soluzione da fuori, magari proprio su calcio piazzato come nel caso del primo gol di Ilicic, arrivato con una pennellata perfetta all’incrocio dei pali. Il resto è una gestione attenta della partita, fatta di possesso palla, esperienza e grande concentrazione con il Poznan che finisce per vederlo sempre di meno il pallone e con la Fiorentina che minuto dopo minuto sembra voler mettere in evidenza il divario tecnico tra le due squadre. Certo Sousa all’aggressività non rinuncia mai. E nemmeno a quelle urla che anche nel catino di Poznan risuonano chiare, nel tentativo di spronare i suoi (e forse di riscaldarsi anche un po’). Ma stavolta la Fiorentina non ne ha bisogno. Sa bene quanto siano fondamentali i tre punti. Per l’Europa, ma anche per il campionato e per quel primo posto a cui restare aggrappati.

Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino