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Sissoko: «Viola, arrivo e si va in Champions»

Per Momo la finalina di Coppa d’Africa e poi la Fiorentina

Redazione VN

 Momo Sissoko non ha ancora elaborato del tutto la rabbia per la secca sconfitta in semifinale con la Nigeria, e ogni discorso sulla possibilità di un rientro anticipato in Italia, com'è successo sul fronte ghanese con Asamoah, è caduto davanti al suo desiderio di giocarsi col Mali la finale per il terzo posto, in programma stasera a Port Elizabeth. Quella che a noi pare una partita insulsa — e difatti l'Europeo l'ha abolita — in Africa conserva il suo valore. E Sissoko ci tiene a dimostrarlo:

«La Nigeria ci ha battuto con un punteggio largo perché la partita si è messa in un certo modo. Ha meritato, non lo nego. Ma se nei primi 25', nei quali eravamo stati superiori, fossimo riusciti a segnare, credo che avremmo vinto. E dunque almeno terzi dobbiamo arrivare».

Al termine della gara farà le valigie, destinazione Firenze.

«Sì. Non conosco ancora i dettagli logistici, ma tra qualche ora la nazionale passerà in secondo piano e non penserò che alla Fiorentina. Fisicamente sto bene, la coppa mi ha preparato a dovere, sarò immediatamente operativo». Occorrerà qui segnalare che Sissoko, poco impiegato a Parigi, durante il torneo ha dimostrato di avere nelle gambe più o meno un'ora di gioco: era sempre quello, infatti, il momento in cui il c.t. Carteron lo avvicendava. Sissoko ha giocato mediano davanti alla difesa in un 4-1-4-1, limitando gli inserimenti e la propulsione visto che sarebbe andato a pestare i piedi a Keita, padrone assoluto della trequarti. La sensazione che ha dato è stata senz'altro positiva, anche se un po' limitata.

Ha già parlato con Montella?

«Non direttamente, ma il mio procuratore si è fatto spiegare per filo e per segno quali siano le sue necessità. Sono certo di poter aiutare la Fiorentina, sia coprendo che aggiungendomi alla fase offensiva».

Lo considera un passo indietro, visto che sia alla Juve che al Psg giocava in Champions?

«Cominciamo col dire che a Parigi giocavo pochissimo. E' un grande club e gli auguro le migliori fortune, ma il mio spazio, anche per colpa di un infortunio che mi ha fatto perdere la fase "costitutiva" della squadra, era diventato misero. Appena si è presentata l'opportunità della Fiorentina ho detto di sì al volo, perché voglio giocare».

In quale misura è contento di approdare in viola, e in quale di tornare in Italia?

«Non c'è una differenza, sono due motivi che si fondono. In Serie A mi sono trovato bene, e quindi è logico che sia felice di tornarci. Dentro a questo quadro, la Fiorentina è una delle squadre sulla bocca di tutti in Europa per il calcio di qualità che sta producendo in questa stagione, e dunque sono doppiamente soddisfatto».

Montella ha costruito la squadra seguendo un'ideologia precisa: il potere ai piedi buoni.

«E' quel che dicevo, ci sono tanti giocatori di qualità, e se permettete penso di poterci stare bene pure io lì in mezzo. Poi, sono eccitato all'idea di giocare con Jovetic, perché visto da lontano è un assoluto fuoriclasse. Da vicino sarà ancora meglio».

Le hanno indicato un obiettivo preciso per questa stagione?

«Non ce n'è stato bisogno. Una squadra come la Fiorentina deve puntare alla Champions, mi sembra evidente».

Paolo Condò - La Gazzetta dello Sport