Firenze e la Fiorentina devono qualcosa a Sinisa Mihajlovic, che non sarà stato il più grande allenatore del mondo, ma che è stato osteggiato ben oltre i propri demeriti. L’esonero arrivò il 7 novembre 2011, dopo la sconfitta evitabilissima a Verona contro il Chievo, ma il vero licenziamento fu decretato dal popolo viola cinque mesi prima, a giugno. Sinisa aveva un biennale e quindi, a dispetto dei venti contrari, non esistevano dubbi sul fatto che continuasse la sua avventura. Il problema arrivò da Milano. (...)
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Sinisa e un’ostilità ingenerosa. L’articolo di David Guetta
Firenze e la Fiorentina devono qualcosa a Sinisa Mihajlovic, che non sarà stato il più grande allenatore del mondo, ma che è stato osteggiato ben oltre i propri demeriti. L’esonero …
Ma cosa aveva fatto di così grave Sinisa per meritarsi un’antipatia di questo tipo? Il peccato originale e senza alcuna possibilità di redenzione fu proprio quello di arrivare dopo Prandelli, cioè forse l’uomo più amato a Firenze dal 2005 al 2010. Mihajlovic commise l’errore di partire all’assalto del fortino con i fucili scarichi: dichiarazioni roboanti, parolacce ad infarcire quasi tutte le conferenze stampa, totale mancanza di diplomazia. Tanto era accorto e felpato Cesare, tanto era irruento Sinisa, il che poteva anche piacere se solo fossero arrivati i risultati. E qui entra in ballo il fattore C, che non è elegante specificare nei dettagli, ma che nella fattispecie comprende il devastante infortunio di Jovetic nella fase di preparazione: fuori tutta la stagione ed è chiaro che poi diventa difficile inventarsi un attacco con Mutu squalificato per doping, Ljajic che mangia troppa cioccolata e Cerci che gioca bene solo col caldo. Rimaneva il solo Gilardino, a cui per fortuna ancora non si era spenta la luce e che fece 12 gol. Il risultato finale fu un nono posto con 51 punti: una stagione moscia dopo i fuochi d’artificio degli anni precedenti, ma non poi così tragica.
Mancava però completamente il feeling con un ambiente che si stava rapidamente sfilacciando. Orgoglioso e leale Mihajlovic si legò ancora di più a Corvino e questo certo non lo aiutò con la città. Quando Della Valle decise di mandarlo via, la Fiorentina aveva pochi punti in meno di dodici mesi prima, però era libero Delio Rossi per cui la gente impazziva e che pareva la panacea di ogni male. Sinisa se ne andò da gran signore, non facendosi mai scappare mezza polemica su ciò che aveva trovato e visto in quei 18 mesi vissuti da separato in casa. E solo per questo meriterebbe un grazie tardivo, ma sincero.
Corriere Fiorentino
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