«Simone levati la pettorina, ora tocca a te. Fai semplicemente quello che sai fare e vedrai che andrà bene». Minuto 23’ di Fiorentina-Dinamo Minsk, lo sguardo di Montella incrocia quello di Simone Minelli. Poche parole, ma dette da uno come l’Aeroplanino che Simone guardava giocare (e segnare) da bambino, non possono che far venire i brividi per l’emozione. Così, a soli 17 anni, ecco il momento sognato per tutta la sua (breve) vita calcistica.
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Simone, l’applauso della quarta A (e la pacca del prof)
Dal poster di Messi in camera all’esordio contro la Dinamo Minsk: il sogno di Minelli
Nato a Carpi nel 1997, di professione attaccante esterno e un’ottima propensione al gol. Lo dicono i numeri, con 50 reti segnate negli ultimi tre anni. Umile, riservato, in testa solo calcio e scuola. Due mondi compatibili, non per tutti però. Per Simone sì, lui, raccontano allenatori e insegnanti, mette il massimo in tutto quello che fa. Sarà anche per questo che ieri mattina, appena entrato nella sua classe (la IV A del liceo delle Scienze Umane di Firenze) è stato accolto con applausi e pacchi sulle spalle dai prof e dai compagni, gli stessi che la sera prima lo avevano seguito in tribuna per festeggiare la sua prima convocazione tra i grandi. Figuriamoci allora quando lo hanno visto pronto a entrare con Montella vicino a sussurrargli gli ultimi consigli, quelli del minuto 23’. (...)
«È stata un’emozione indescrivibile — ha detto a fine gara Minelli — ho realizzato un sogno». Ma a riportarlo con i piedi per terra ci ha pensato immediatamente il suo allenatore della primavera Federico Guidi, che dopo i dovuti complimenti via sms ha ricordato a Simone che la strada è ancora lunga e che domani arriva il Bologna. Lo ha fatto prima in privato e poi davanti a tutti compagni all’allenamento di ieri, insieme ai dirigenti viola Vergine e Macia «perché il suo esordio è un traguardo di tutti». Giusto, ma le sue qualità sono da difficili da trovare in giro, anche fuori dal campo. E non è un caso che il ct dell’ Under 18 Vanoli lo abbia nominato addirittura capitano della Nazionale Italiana. Merito tanto del suo piede destro quanto del suo comportamento.
Cresciuto con il poster di Messi in camera e con un’ammirazione per Miccoli e Di Natale, Minelli ha tutte le qualità per poter diventare un giocatore vero. Montella più volte dall’inizio della stagione lo aveva convocato ai campini per monitorare la sua crescita. E con la Dinamo gli ha regalato la sua prima grande chance. «È acerbo, ma è un tipo interessante». Una carezza che per ora vale più di un gol.
Duccio Zoccolini - Corriere Fiorentino
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