Prender per mano una squadra è difficile. Vuol dire assumersi responsabilità che (magari) spetterebbero ad altri, mettere al servizio dei compagni il tuo coraggio per rendere tutti più forti. Più sicuri. David Pizarro è così. Per questo i compagni lo adorano. Il Pek c’è. Sempre. Quando il pallone scotta, quando il gioco si fa duro, lui c’è. Il lutto che lo ha colpito all’improvviso è stata una mazzata tremenda. Per tutto il gruppo. Sua sorella Claudia aveva trentadue anni, e da tempo combatteva con una brutta malattia. Già nel gennaio scorso Pizarro fu costretto ad abbandonare Roma per volare in Cile, poi la situazione sembrò migliorare. Fino a quella telefonata che David non avrebbe mai voluto ricevere. Non se l’aspettava, aveva parlato con sua sorella appena un paio di giorni prima. Immediata (ieri) la richiesta di permesso alla società per poter volare a casa. Per assistere ai funerali, e per star vicino alla famiglia. La Fiorentina prima di tutto si è stretta attorno al suo regista, e gli ha lasciato tutta la libertà possibile. Se avrà bisogno di qualche ora in più, se deciderà di fermarsi per qualche giorno in Cile non ci sarà la minima resistenza. Anzi. Sarà lui a decidere, anche in merito alla partita con la Roma.
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Senza un punto di riferimento
Quasi impossibile vedere Pizarro a Roma (COMM. e vota il SONDAGGIO)
Quasi impossibile vederlo in campo all’Olimpico. Il dolore, il lungo viaggio, il fuso orario. La sensazione è che Montella dovrà farne a meno ma (appunto) molto dipenderà dal calciatore. Doveva essere (anche) la sua partita. Contro quella squadra che lo ha reso definitivamente grande. È nella Capitale che Pizarro ha dato il meglio di se. E anche da quelle parti, ha lasciato splendidi ricordi. Come centrocampista, certo, ma prima ancora come uomo. Non a caso il comunicato è arrivato subito. «L’AS Roma è vicina a Pizarro e partecipa al dolore del giocatore della Fiorentina e dei suoi cari per la scomparsa della sorella Claudia ». Poche righe, formali, alle quali hanno fatto seguito decine di messaggi privati. È stata, insomma, una giornataccia. Se è vero, come è vero, che la vita deve andare avanti, a Firenze devono pensare a come sostituirlo. Per vincere, e regalargli una piccola gioia. Ieri Montella, un po’ a sorpresa, ha provato Migliaccio. Sarebbe una novità, visto che fino ad oggi in assenza di Pizarro ha sempre giocato Olivera. Più avanti, forse a gennaio o più probabilmente a giugno, Pradè e Macia setacceranno il mercato a caccia di un giocatore che sia più vicino, per caratteristiche, al cileno. Per il momento, il ballottaggio è tra quei due. Attenzione, perché se la scelta cadesse sull’ex Palermo sarebbe probabilmente Aquilani il perno centrale.
Matteo Magrini - La Repubblica
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