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Se la «filosofia di gioco» dimentica l’avversario

Cambio di modulo, più attenzione agli avversari, o magari un diverso sviluppo della fase offensiva che possa esaltare Jovetic. Sono le opinioni, i consigli e le domande che su Vincenzo …

Redazione VN

Cambio di modulo, più attenzione agli avversari, o magari un diverso sviluppo della fase offensiva che possa esaltare Jovetic. Sono le opinioni, i consigli e le domande che su Vincenzo Montella e la Fiorentina sono piovute nelle ultime complicate settimane in cui la squadra ha finito per perdere posizioni e perfino un po' di fiducia nei propri mezzi. A far traballare qualche certezza è stato perfino David Pizarro, non proprio uno qualunque, che dopo la brutta sconfitta di Torino ha tuonato senza mezzi termini: «Così non va, si può perdere ma non così».

Eppure la posizione di Vincenzo Montella è sempre rimasta la stessa. Fiducioso nei giocatori e nel proprio lavoro, convinto a non violentare il Dna della squadra, l'allenatore viola ha sempre risposto allo stesso modo: «Non dobbiamo cambiare il nostro modo di giocare». Vero, perché i migliori frutti sono arrivati proprio insistendo su una filosofia di gioco diversa, più internazionale, che ha portato complimenti e risultati. Ma è vero anche che Montella e la sua Fiorentina giocano nel campionato probabilmente più tattico del mondo. E che l'allarme sul cambio di atteggiamento degli avversari nei confronti dei viola era stato lanciato già negli scorsi mesi. La dimostrazione è arrivata prorio sabato, con i campioni d'Italia della Juventus che hanno costruito la netta vittoria anche bloccando Pizarro, la fonte di gioco viola, mentre a Pirlo la Fiorentina ha lasciato il tempo e lo spazio di dirigere la partita a suo piacimento. Un errore che è costato carissimo e che è stato rimarcato fin dal fischio finale della partita. Un «difetto» di preparazione alla gara che non è stato poi corretto in corsa visto che anche con le sostituzioni (El Hamdaoui-Toni; Ljajic-Jovetic; Tomovic-Savic) l'assetto della squadra è rimasto lo stesso.

Era accaduto lo stesso anche nell'altra dolorosa sconfitta stagionale, quella dell'Olimpico contro la Roma di Zeman. Anche in quel caso la Fiorentina scelse di non snaturare il proprio atteggiamento, cercando di giocare la gara il più possibile a viso aperto. Una strategia che anche in quell'occasione non pagò con i viola che finirono per mettere la gara sul terreno più congeniale alla squadra di Zeman. «Anche da sconfitte come questa passa la nostra crescita», ha spiegato sabato sera Montella nel dopo gara. Impossibile dargli torto sempre che la seconda lezione stagionale serva a far nascere una Fiorentina diversa. Dove il palleggio e il bel gioco possano diventare non siano più solo un fine. Ma anche un mezzo per arrivare al traguardo.

Leonardo Bardazzi - Corriere Fiorentino