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Se Aquilani si prende l’eredità di Pizarro e Borja

Centrocampo inedito, tocca ad Aquilani prendere in mano la squadra

Redazione VN

L'esperimento non può più considerarsi tale, perchè Aquilani fulcro del gioco viola è più di una mossa che non ha il sapore del ripiego. Certo, la contemporanea assenza del Pek e di Borja Valero è merce rara, però in tempi non sospetti Montella aveva più volte spiegato che, per lui, l’ex giallorosso se la cava bene anche con regista. Già, perchè il tecnico non è uno di quelli che, in assenza di una pedina, ne sposta un altra fuori ruolo, per poi colmare il vuoto con un ulteriore innesto, così da avere due ‘toppe’. No, l’Aeroplanino preferisce mantenere il più possibile i giocatori nelle loro caselle, senza stravolgere la filosofia base. Se poi hai in squadra anche uno con le doti di Aquilani, tutto diventa un po’ più semplice.

L'unica pecca del numero 10 viola, semmai, sono le condizioni fisiche, spesso precarie. Solo questo aspetto ha frenato il centrocampista che punta a convincere Prandelli anche in quel ruolo e andare ai Mondiali. Questo il futuro. Il presente è la Fiorentina, da prendere per mano in una partita difficile, non solo per tutto quello che è avvenuto durante la settimana, ma anche per la solidità dell’avversario. Per Aquilani è un derby a tutti gli effetti e ritroverà sulla sua strada quel Ledesma incrociato tante volte nella stracittadina della Capitale. Le responsabilità non lo spaventano, non è mai successo e lui di partite importanti ne ha giocate tante anche quando molto dipendeva dalle sue qualità. Se poi c’è bisogno di un contributo importante in attacco, le tre reti contro il Genoa sono la risposta agli interrogativi. Oggi, però, servirà gestire il pallone e innescare gli avanti viola. Accanto a lui i compagni di reparto sono ben assortiti. Mati e Ambrosini garantiscono fosforo e dinamismo, perchè i piedi del cileno non si discutono, così come grinta e qualità di Ambro. Magari con Anderson e Wolski pronti a entrare in corsa.

La Nazione