Buone feste, Fiorentina. Il tre a zero di Palermo ha chiuso quattro impensabili mesi della squadra viola, ricostruita e reinventata con una campagna estiva in cui, da cessioni benedette e da acquisti indovinati, è nata la squadra più sorprendente del campionato, una squadra che va al riposo natalizio con il terzo posto in classifica e soprattutto con una fiducia in se stessa e con una personalità che pesano in modo positivo sul suo futuro. Vincere a Palermo — ora che è successo — può sembrare un fatto normale, più che un'impresa. Ma in partenza non era così, perché il traballante Palermo aveva fatto le sue poche cose migliori proprio in casa. Non era così facile vincere la partita e dominarla, come ha fatto la Fiorentina.
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Se al gioco si aggiunge il grande giocatore
Un sunto dell”analisi di Sandro Picchi sul Corriere Fiorentino
II segno della personalità dei viola, il marchio impresso sulla partita, lo si è visto non tanto nel secondo tempo, nei gol del secondo tempo, quanto nel modo in cui la squadra ha cominciato la gara, mettendo in chiaro la sua superiorità e invertendo il concetto di fattore campo, portandolo a proprio vantaggio.
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Nella Fiorentina è l'insieme che conta, ma quando al gioco si aggiunge il grande giocatore, tutto diventa più facile. Diventa un piacere. Così come lo è vedere Luca Toni su questi alti e imprevedibili livelli. Complimenti. Quell'ultimo rigore, semmai, meritava di calciarlo lui.
Sandro Picchi - Corriere Fiorentino
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