Il Corriere Fiorentino ha intervistato Carlos Sanchez, vi proponiamo qui sotto alcuni passaggi: "Non ho mai visto giocare Iachini - dice ridendo - ma so che giocatore è stato perché i tifosi di Firenze me ne hanno parlato. La gente è contenta della mia grinta? Bene, benissimo. Il calcio è gioia e l’affetto dei tifosi viola mi spinge a dare ancora di più. Non vedo l’ora di giocare la prossima partita per guadagnarmi ancora più stima".
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Sanchez: “Paura di Dzeko? Macchè, ho marcato Messi. Spero di rimanere in viola”
Il centrocampista-difensore colombiano si racconta al Corriere Fiorentino, ecco alcuni passaggi
Sanchez, come è nata l’idea di spostarsi in difesa?
«Ero fuori da qualche partita, una mattina il mister mi fa: “Te la senti di giocare dietro”? “Qual è il problema?”, rispondo io. E da lì è cominciato tutto: qualche allenamento accanto a Gonzalo e poi la partita con la Juve, bellissima. Dopo la vittoria ho chiamato Cuadrado perché volevo godermi il momento, ma lui era triste e io non ho infierito. Agli amici non si manca mai di rispetto».
E se fare il difensore diventasse il suo mestiere per davvero?
«Perfetto. L’importante è essere utile alla squadra e sentirsi importanti. Non faccio gol come Higuain, ma per la Fiorentina giocherei anche centravanti... Finora in difesa mi sono sempre trovato bene, a Napoli ho sofferto Insigne, ma chi non avrebbe faticato contro un giocatore così veloce?».
Bello il feeling che si sta creando con la città. Quanto le piacerebbe rimanere qui?
«Tanto, tanto davvero. Quando quest’estate chiamai Cuadrado (ci conosciamo fin da quando eravamo piccoli, per me è come un fratello) per farmi descrivere Firenze, in cuor mio avevo già deciso: la Fiorentina è una squadra conosciuta, lo stadio è bellissimo e la squadra gioca bene. Cosa avrei potuto volere di più? La mia storia qui poi è cominciata alla grande: ho segnato il gol della vittoria contro il Chievo, nella notte dei 90 anni viola. Una soddisfazione enorme. Io però sono in prestito dall’Aston Villa e di mercato parla solo il mio procuratore. Aspetto la chiamata di Corvino e intanto penso a vincere le partite».
Allora in bocca al lupo per Roma. Anche se contro Dzeko non sarà certo facile. Preoccupato?
«Chi io? E perché dovrei esserlo? Ho marcato Messi, Neymar, Ronaldinho e mille altri, credo riuscirò a far bene anche contro la Roma. Certo, loro sono forti. Ma per batterci dovranno giocare una grandissima partita».
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