Negli ultimi 40 anni era successo solo altre tre volte che la Fiorentina fosse così temuta a San Siro, sponda nerazzurra: nel 1983, nel 1992 e nel 1997. Tre allenatori diversi e tre modi divertenti di interpretare il calcio: De Sisti, Radice e Malesani. Non furono esperienze positive come risultati, due sconfitte e un pareggio (gli «aperitivi» che non piacciono a Diego Della Valle), ma per il gioco espresso la squadra non tradì mai le attese della vigilia.
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San Siro e quel tabù che dura da 10 anni
L’articolo di David Guetta sul Corriere Fiorentino
Il rammarico maggiore rimane quello della stagione di Malesani, quando la Fiorentina, dopo le prime due partite di campionato vittoriose, andò a Milano con grande sicurezza. Una gara spumeggiante, per lunghi tratti entusiasmante, con occasioni da gol sbagliate in serie dai pur immensi Batistuta e Rui Costa. E ciò nonostante la squadra si trovò più che meritatamente in vantaggio fino alla metà del secondo tempo, con l'Inter immeritatamente ancora in undici dopo un fallo da codice penale di West su Kanchelskis, un'entrata assassina punita dal lampadato Cesari con la semplice ammonizione. Finì con la vittoria dell'Inter, che sfruttò un retropassaggio sbagliato di Batistuta e segnò il decisivo nel finale con Djorkaeff.
Cinque anni prima a due minuti dal termine l'ex con il cuore viola Battistini rimediò un'altra partita in cui la Fiorentina avrebbe meritato dopo una partita impostata all'attacco.Stasera bisogna spezzare il digiuno che dura dalla primavera del 2000 e anche la maledizione dei Della Valle, che contro l'Inter hanno sempre perso (10 ko consecutivi), arrabbiandosi pure parecchio in tribuna, visto che San Siro è uno dei pochi stadi italiani che frequentano oltre il Franchi. Come cinque giorni fa contro la Juve sono però in pochi a portarsi dentro le cicatrici di rovesci pesanti, come quello dell'anno scorso, quando a sorpresa venne tenuto fuori Jovetic, non si è mai capito esattamente perché, e una squadra sconclusionata rimase in balia di avversari davvero non irresistibili per tutti i novantacinque minuti. Proprio quello che Montella non vuole assolutamente replicare nella Scala del calcio.
David Guetta - Corriere Fiorentino
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