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Rossi rischia il bis a Firenze

È un destino crudele, anzi cruDelio come da vasta bibliografia di storpiature con il nome dell’ex allenatore viola. Ripetuti esercizi ginnici di ironia, da Deliriorossi a Deliorissa, per l’ex salvatore della patria licenziato in...

Redazione VN

È un destino crudele, anzi cruDelio come da vasta bibliografia di storpiature con il nome dell’ex allenatore viola. Ripetuti esercizi ginnici di ironia, da Deliriorossi a Deliorissa, per l’ex salvatore della patria licenziato in tronco il 2 maggio 2012, sette mesi dopo il suo acclamato sbarco e 28 partite (otto vittorie, 9 pareggi, 11 sconfitte). Il match pugilistico con Ljajic face scattare l’esonero immediato su input dello stesso DDV, che in tv vide applicato in modo parecchio originale il fairplay professato dalla sua società. Seguì anche l’idea di un’azione legale per evitare il pagamento degli stipendi, avendo la Fiorentina riportato un danno d’immagine per il comportamento del suo dipendente. Su questo, a distanza di mesi, è calato un silenzio da interpretare. «Abbiamo deciso di esonerare Delio Rossi perchè non ha rispettato valori che il nostro club porta con sé da tanti anni», annuncio quel 2 maggio Andrea Della Valle decidendo di virare istantaneamente sul primo surrogato disponibile. Peggio di così non sarebbe potuta andare. E infatti non andò.

Delio Rossi torna a Firenze con la Samp terz’ultima in classifica (ha gli stessi punti del Sassuolo) e una fantastica confusione in testa sul modo migliore per farla giocare. In due mesi e mezzo ha alternato sette moduli senza cambiare molto il senso delle imperfezioni, solidissime, mostrate dalla squadra.

I tifosi blucerchiati non lo contestano, i più informati gli rimproverano di aver avallato una campagna acquisti assolutamente deficitaria che ha prodotto i risultati che si vedono ora. Sopravvalutazione di se stesso? Troppa fiducia in giocatori che poi hanno deluso? Sentenze in arrivo, mentre sulla panchina volteggiano molto da vicino le candidature di Corini e Zeman. La terza opzione porta il nome di Sinisa Mihajlovic, che proprio da Rossi fu scalzato sulla panchina viola. Poi c’è Reja. Troppi nomi in giro per non crederci.

Negli ultimi giorni Delio si è barricato ancora di più all’interno del suo fortino-staff. Vita da separato in città in un albergo di Genova, senza contatti apprezzabili con la gente, immerso in calcoli calcistici che ancora non hanno prodotto i risultati sperati. A Firenze Rossi sarà accolto bene dai tifosi, anche se la storia poi ha ridisegnato i contorni del match con Ljajic. Che lo scorso campionato si tolse la soddisfazione di segnare a Genova contro la Samp, sfilando poi davanti alla panchina di Rossi. Anche quello un destino CruDelio.

La Nazione