Lunedì scorso Giuseppe Rossi ha caricato forte in allenamento. Una seduta-test. Di quelle che fai per verificare se sei pronto o meno per giocare. Pepito smania dalla voglia di tornare in campo. L’attaccante viola è stanco di vivere da «eterno malato», vuole riprendersi la sua maglia e i suoi gol. Il provino è andato bene ma la sera il ginocchio destro è tornato a dargli fastidio. Niente di drammatico, solo dei piccoli dolori. Il giorno dopo, un esame radiografico ha confermato che l’infiammazione (frutto di una lieve lesione) meniscale non è ancora sconfitta. Uno scenario che impedisce di stabilire con certezza i tempi di recupero. E allora, come uscire da questa situazione di stallo? Il giocatore, la sua famiglia e i dirigenti viola hanno stabilito le prossime mosse: Rossi continuerà per tutta questa settimana a svolgere un lavoro differenziato, poi si sottoporrà a una nuova radiografia. L’ultima lastra, insieme al materiale «storico», verrà esaminata da un luminare. Stavolta niente viaggi negli Stati Uniti. La visita decisiva si farà a Roma (pescando nel pool del professor Mariani) o in Inghilterra.
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Giuseppe Rossi, l’ora della verità: deciderà lui se operarsi
Fiorentina d’accordo, tutte le opzioni per il rientro di Pepito: si va da 25-30 giorni a due mesi di stop
Opzioni Il momento della verità, quindi, si avvicina. La visita specialistica è prevista per lunedi prossimo. Massimo martedi. Un consulto che può portare a tre opzioni: 1) intervento immediato in artroscopia per sistemare la piccola lesione al menisco; 2) niente intervento e niente partite fino a quando le normali terapie anti-infiammatorie avranno cancellato il problema; 3) niente intervento e accelerazione dei tempi di recupero cercando di convivere con questo fastidio. E’ chiaro che ognuna di queste ipotesi comporta dei tempi di rientro in campo diversi. Si va da 25-30 giorni a due mesi. Ed è evidente che intervenire in artroscopia su un ginocchio delicato come quello di Pepito è un esercizio rischioso. Con tempi di guarigione più lunghi rispetto a una normale operazione al menisco.
L’ultima parola E’ possibile, forse addirittura probabile, che la visita specialistica non produca una «sentenza» netta. Insomma, anche il luminare potrebbe limitarsi a esporre le varie opzioni lasciando l’ultima parola alla società. In questo caso la Fiorentina ha già deciso che sarà il campione americano a decidere se effettuare o meno l’artroscopia. Una linea condivisa dal club, da Andrea Della Valle a Montella al presidente operativo Cognigni. La Fiorentina e Rossi sperano che le ulteriori terapie anti-infiammatorie facciano effetto, cancellando lesione e paure. E le ultime indicazioni che arrivano dallo staff medico viola regalano segnali confortanti. La speranza è che lo specialista autorizzi l’attaccante a riprendere ad aumentare i carichi di lavoro per poter essere in campo magari alla terza giornata. Firenze fa il tifo per questo finale. E anche il c.t. Conte.
La Gazzetta dello Sport
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