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Romulo: “Ho pensato di lasciare il calcio. Ora rivoglio l’azzurro”

"Durante il lungo infortunio ero a pezzi. Tornavo a casa e piangevo ogni giorno. Adesso sto bene, corro e il dolore non c'è più"

Redazione VN

Nel corso dell'intervista concessa a La Gazzetta dello Sport, l'ex viola Romulo, oggi all'Hellas Verona, ha parlato e fatto chiarezza sugli ultimi travagliati anni della sua carriera calcistica: "C'era chi sosteneva che non avrei mai accettato di giocare in Serie B: falso. Perché io volevo soltanto ricominciare e sentire la gioia di giocare a calcio. Nel 2014, alla Juventus, cominciai a sentire un dolore continuo agli adduttori. Non riuscivo ad andare avanti, quindi mi fermo, poi riprendo. Debutto in Champions e mi fermo di nuovo. Ero a pezzi.

Tornavo a casa e piangevo ogni giorno. Allegri cercava di consolarmi ed incoraggiarmi, ma al primo scatto i bloccavo. Al mio ritorno all'Hellas le mi condizioni, purtroppo, non sono migliorate. Se ne scrivevano tante su di me: che non volevo più giocare, che ero un mercenario. Poi un consulto medico mi ha restituito il sorriso. Un disturbo alla testa del femore, mai rilevato in precedenza: era questo che non mi consentiva di recuperare. Adesso sto bene, corro e il dolore non c'è più.

Se ho pensato di smettere? Ci sono stati momenti durissimi. E sì, lo ammetto: in certi istanti ho temuto di non poter più fare il calciatore, di dover abbandonare il sogno della mia vita. Ero triste, angosciato. Adesso sogno di tornare ad indossare la maglia dell'Italia e la promozione con il Verona. Fabio Pecchia è un allenatore moderno, aggiornato. Con il suo staff lavora come Montella, come Mihajlovic e come Allegri".

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