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Rinaudo e il vizio della protesta: i club li multino

Se dalle proteste nascono fiori… A tanti tifosi è rimasta negli occhi la scena dell’infortunio di Pepito Rossi: la sua smorfia di dolore, mentre Rinaudo (difensore del Livorno) non gli …

Redazione VN

Se dalle proteste nascono fiori... A tanti tifosi è rimasta negli occhi la scena dell’infortunio di Pepito Rossi: la sua smorfia di dolore, mentre Rinaudo (difensore del Livorno) non gli degnava una occhiata intento com’era a protestare contro l’arbitro, «colpevole» di aver fischiato la punizione e mostrato il cartellino giallo. Il presidente della Fiorentina, Andrea Della Valle, si è detto sdegnato dal comportamento di Rinaudo. Non per il fallo, ma per le mancate scuse. Della Valle ha ragione, ma si è perso un passaggio: il problema non è Rinaudo, il problema è generale. Ogni maledetta domenica (o nel giorno della gara) le tv mandano in onda decine di replay identici: giocatori con la bava alla bocca pronti a giurare la loro innocenza, indicando al direttore di gara la palla (colpita al posto delle gambe) oppure accusando di simulazione l’avversario. Avviene praticamente su ogni fischio. Peccato che un secondo dopo le immagini mostrino il contrario, ma si sa: ammettere l’irregolarità non è di moda nei tornei italiani (all’estero va meglio).

Questo comportamento è considerato, giustamente, diseducativo e antisportivo da Fifa e Uefa. Tradotto: gli arbitri hanno il compito di ammonire chi protesta in modo scomposto. Rizzoli, che andrà al Mondiale, ne ha dato un saggio in Juve-Roma, mostrando il giallo a Tevez e a Gervinho proprio per gesti sopra le righe. Accadrà in modo sistematico in Champions, Europa League e in Brasile. Cartellini che poi si tramutano in squalifiche: danno e beffa per le società. A loro rivolgiamo un appello per trasformare le proteste in fiori (parafrasando Fabrizio De Andrè): perché non multare in modo pesante il calciatore che rimedia un giallo per questa cattiva abitudine? I soldi potrebbero approdare in una cassa comune, magari da destinare a fine stagione, ad esempio, al settore giovanile della Figc. Sperando che i ragazzi abbiano in futuro esempi migliori da seguire.

Francesco Ceniti - La Gazzetta dello Sport